Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato
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L’Università <strong>di</strong>Pisa e la città <strong>di</strong><strong>Prato</strong> 17<br />
Del prof. Mossotti, in<strong>di</strong>cato nella lettera del Fossi, fra coloro che dettero<br />
lustro all’Università, scrisse un ricordo sulla «Gazzetta <strong>di</strong> Firenze»,<br />
Zanobi Bicchierai, che si era dato al giornalismo, per poi <strong>di</strong>ventare, dopo<br />
l’Unità, ispettore al Ministero della Pubblica Istruzione. La copia dell’estratto<br />
che Bicchierai donò alBenini è qui alla Roncioniana, con de<strong>di</strong>ca,<br />
a suggello dell’antica amicizia. Di Mossotti ricorda, siamo nel 1863,<br />
la vita, i meriti professionali, ma anche l’impegno per la causa italiana. Infatti,<br />
quasi sessantenne, fu a capo del battaglione universitario <strong>di</strong> Pisa, che<br />
nel maggio ’48 condusse a Curtatone e a Montanara, coprendosi <strong>di</strong> gloria.<br />
Erano con lui il Bicchierai, appunto e il prof. Bartolini, nominato capitano<br />
me<strong>di</strong>co insieme a Puccinotti, mentre Costantini partì con altri<br />
suoi concitta<strong>di</strong>ni con la <strong>di</strong>visione del De Laugier. Pochi giorni prima <strong>di</strong><br />
partire Bartolini scrisse da Pisa al Franceschini una lettera nella quale si<br />
augurava che a <strong>Prato</strong> prevalesse il can<strong>di</strong>dato della moderazione, che spazzasse<br />
il campo dagli eccessi del conservatorismo, ma anche del repubblicanesimo,<br />
in questo alla fin fine, <strong>di</strong>mostrandosi non troppo lontano dalle<br />
convinzioni, dei suoi colleghi ‘filosofi’. Come loro, d’altra parte, collabarava<br />
dal 1847 al perio<strong>di</strong>co moderato «La Patria», contraltare del foglio socialista<br />
«L’Alba». Come loro, in fondo, contribuì alformarsi <strong>di</strong> quel sentire<br />
religioso, che se non era l’evangelismo dei sansimoniani, vi si avvicinava,<br />
complice quel suo livre de chevet, che si vide sequestrare dalla polizia<br />
qualche anno avanti, e che rappresentò una prima tappa del cattolicesimo<br />
liberale, e mi riferisco alle Parole <strong>di</strong> un credente <strong>di</strong> Lamennais. Egli scrive:<br />
Bisognerebbe che i citta<strong>di</strong>ni si convincessero che gl’interessi loro, e nazionali,<br />
non possono essere convenientemente trattati dai fred<strong>di</strong> adoratori dello statu<br />
quo, dai conservatori delle fiacche borie aristocratiche, da coloro che ravvisano<br />
nel popolo una massa compatta, passiva, meritevole <strong>di</strong> essere padroneggiata a capriccio.<br />
Né ilmale sarebbe certamente minore se in quella vece si scegliessero i<br />
veri o falsi credenti o adulatori delle esorbitanze plebeee, delle improntitu<strong>di</strong>ni<br />
sovversive... <strong>di</strong> quelli che si spacciano per repubblicani. Se il principio repubblicano<br />
è astrattamente considerato, la formula più esplicita <strong>di</strong> quel modo <strong>di</strong> reggimento<br />
sociale che si conviene all’umanità; se <strong>di</strong>rò <strong>di</strong>più, la repubblica può anche<br />
in concreto tenersi in conto del miglior modo <strong>di</strong> governo, egli è certo però che<br />
nella attuale con<strong>di</strong>zioni d’Italia, repubblica sarebbe sinonimo <strong>di</strong> anarchia, <strong>di</strong><br />
guerra civile...Io penso che ogni uomo onesto, cui il bene della patria, dello Stato,<br />
del municipio stieno in cuore davvero, non possa al presente professare se non<br />
le massime del principato costituzionale, largamente e lealmente garantiti dalla libera<br />
e in<strong>di</strong>pendente rappresentanza del popolo. 27<br />
27 Biblioteca roncioniana, Mss. roncioniani, cod. 996, c. 31.