6 Maria Teresa Ciampolini rinvenne presso un <strong>di</strong>scendente dei domestici dei Giorgini, ed abbraccia un breve arco <strong>di</strong> tempo, dal 1 gennaio 1851 al 26 marzo <strong>di</strong> quell’anno. 1 Nell’introduzione sono riportate alcune lettere conservate alla Biblioteca Braidense <strong>di</strong> Milano inviate da Matilde al padre, incombente figura, malgrado la sua perenne assenza; fra lagnanze e piagnistei, il Manzoni infatti rimanderà all’infinito la visita alla figlia, che morirà senza vederlo. Le lettere <strong>di</strong> Ada Benini a Giovanni Costantini furono pubblicate a cura <strong>di</strong> Mario Bernocchi; 2 si trovano qui alla Roncioniana, insieme agli scritti, vale a <strong>di</strong>re il <strong>di</strong>ario e le poesie, pubblicati da Gaetano Guasti, fratello del più illustre Cesare. 3 Matilde e Ada iniziarono ciascuna il proprio Giornale nel 1851, abbandonandolo poco dopo per le sopravvenute sventure che le porteranno alla morte. Gli scritti mostrano come anch’esse fossero nel circolo vivo della cultura universitaria, perché frequentavano gli studenti eidocenti, ma soprattutto perché nerecepivano le novità, naturalmente filtrate da un punto <strong>di</strong> vista più sensibile all’introspezione che al <strong>di</strong>battito delle idee scientifiche e dottrinali. E forse, proprio in questa <strong>di</strong>rezione furono tra le prime contrastate, ma ammirate, lettrici <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong>: Matilde, subendone la fascinazione, non senza provare un brivido per l’assenza <strong>di</strong> prospettiva celeste; Ada, imparandolo a mente, come le rimprovera Costantini, 4 il quale trova poco adeguato per una donna l’indulgere nei pensieri <strong>di</strong> morte, che dovrebbero lasciare posto alla più riposante gaiezza, attributo che Ibsen celebrerà nel suo Casa <strong>di</strong> bambola, incarnato nel personaggio, non meno contrastato, <strong>di</strong> Nora. Negli anni che vanno dal 1830 al 1850, numerosi sono i pratesi che si laureano a Pisa, scegliendo prevalentemente legge e me<strong>di</strong>cina; questo fatto segna una tendenza che prosegue ininterrotta dall’Umanesimo, epoca in cui <strong>Prato</strong> fu, anche se per un breve periodo, sede dello Stu<strong>di</strong>o pisano. 5 Fra le carte appartenute a Giovacchino Benini e depositate alla Roncioniana, si trovano le lettere dei giovani pratesi che da Pisa gli scrivevano, come a colui che era considerato il motore della vita citta<strong>di</strong>na. Anche il Benini si laureò aPisa, in legge, senza esercitare mai la professione <strong>di</strong> av- 1 M. Manzoni, Journal, acura <strong>di</strong> Cesare Garboli, Milano, Adelphi, 1992. 2 Le lettere <strong>di</strong> Ada Benini e Giovanni Costantini (1851-1853), a cura <strong>di</strong> Mauro Bernocchi, <strong>Prato</strong>, Società pratese <strong>di</strong> storia patria, 1982. 3 Alcuni scritti e<strong>di</strong>ti e ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> Ada Benini Costantini, acura <strong>di</strong> Gaetano Guasti, <strong>Prato</strong>, 1864. 4 Le lettere <strong>di</strong> Ada... cit., pp. 147-148. 5 Precisamente, nel 1482, nel 1486 e nell’arco compreso tra il 1495 e il 1497. Di questo periodo si ricorda il pratese Jacopo Modesti che si laureò aPisa in <strong>di</strong>ritto civile, dopo aver insegnato Istituzioni allo Stu<strong>di</strong>o, negli anni in cui esso, appunto, si trovava a <strong>Prato</strong>. Egli fu anche un letterato, tanto che Vittore Branca lo ricorda come l’allievo pre<strong>di</strong>letto del Poliziano. Cfr. F. Car<strong>di</strong>ni, Cultura e società nella Toscana me<strong>di</strong>evale, Firenze, Loggia de’ Lanzi, 1996, p. 112
L’Università <strong>di</strong>Pisa e la città <strong>di</strong><strong>Prato</strong> 7 Diploma accademico rilasciato al pratese Giovanni Dal Bo (30 marzo 1641).