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Bollettino Roncioniano - PO-Net Rete Civica di Prato

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Cultura, istituzioni e università intoscana 93<br />

Marcello Verga dell’Università <strong>di</strong>Firenze ha ripreso in parte e sviluppato<br />

queste riflessioni <strong>di</strong> Rosa parlando <strong>di</strong> Università eistituzioni culturali nella Toscana<br />

del Settecento. L’impulso riformatore dato dal granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo<br />

Lorena alla vita economica dello stato aveva conosciuto un certo insuccesso<br />

nel campo culturale proprio al momento <strong>di</strong> attuare una serie <strong>di</strong> riforme progettate<br />

dai suoi ministri e collaboratori per le tre università <strong>di</strong>Pisa, Firenze e Siena.<br />

A fronte <strong>di</strong> questo, le ricerche nel campo delle lettere e delle scienze furono incrementate<br />

e coltivate in alcune vecchie e nuove accademie, dalla Crusca ai<br />

Georgofili, mentre concorsi pubblici incentivavano la sperimentazione ed attuazione<br />

<strong>di</strong> progetti ad opera <strong>di</strong> tecnici (ingegneri, geografi, agronomi) che non<br />

sempre avevano legami col mondo universitario<br />

Salvatore Serrapica (Università <strong>di</strong>Napoli) ha spostato l’accento su un settore<br />

specifico dell’insegnamento, quello della filosofia (L’insegnamento della filosofia tra<br />

rinnovamento e tra<strong>di</strong>zione. In margine a un recente evento e<strong>di</strong>toriale: la «Storia dell’Università<br />

<strong>di</strong>Pisa»). Rispetto alle <strong>di</strong>scipline professionali più importanti, questa <strong>di</strong>sciplina<br />

non poté avere (a Pisa come altrove) una sua rilevante autonomia: e tuttavia<br />

le analisi contenute nella Storia dell’università <strong>di</strong>Pisa inducono a rettificare e sfumare<br />

i punti <strong>di</strong> vista consolidati: come quello che insiste sul «conservatorismo»<br />

scolastico e aristotelico dell’Ateneo pisano o, viceversa, quello che enfatizza la<br />

continuità tra galileismo e cultura illuministica. Pur nel fisiologico conservatorismo<br />

<strong>di</strong> un’istituzione come l’Università che rappresentava innanzi tutto il luogo<br />

della trasmissione, e non della produzione del sapere, i fermenti innovatori in<br />

questo campo non mancarono, dal tardo galileismo appunto, all’eclettismo del<br />

primo Settecento, alle parziali e spesso censurate aperture in <strong>di</strong>rezione del sapere<br />

moderno tra illuminismo ed età romantica.<br />

Maria Teresa Ciampolini ha concluso il convegno con una relazione su<br />

L’Università <strong>di</strong>Pisa e la città <strong>di</strong><strong>Prato</strong>, illustrando, attraverso carteggi e documenti<br />

ine<strong>di</strong>ti, alcuni momenti del rapporto tra studenti e docenti pratesi e l’Ateneo pisano<br />

nell’età romantica; oggetto particolare del suo intervento (pubblicato per<br />

esteso in questo numero del <strong>Bollettino</strong>)èstato l’esame dei carteggi <strong>di</strong> Zanobi Bicchierai,<br />

Giovacchino Benini, Giovanni Costantini e Germano Fossi studenti a<br />

Pisa fra il 1838-39 e il 1848 al tempo del provve<strong>di</strong>tore Gaetano Giorgini.<br />

Maria Pia Paoli

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