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Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania

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pietra, mare e montagna, funzione di elementi frutto di contaminazioni sia per gli aspetti<br />

geografici e naturalistici che per quelli antropici……” E non vi è dubbio che tale<br />

definizione pesa (e deve contare) nel costruire l’immagine internazionale.<br />

Ma oggi esiste un’immagine internazionale del Cilento? Per un tour operator il toponimo<br />

Cilento non dice molto se non associato ai nomi di Paestum, Velia, Palinuro. D’altra parte<br />

anche nelle riunioni internazionali sulle aree protette è poco riconosciuto il valore<br />

scientifico e naturalistico del Cilento, specialmente in quella parte del Nord Europa con<br />

un’alta cultura ambientale che ricerca a Sud tali valori preferendo oggi Sicilia e Puglia,<br />

oppure Grecia e Paesi dell’Atlante.<br />

Se può aiutare il riconoscimento dell’Unesco nel costruire l’immagine internazionale, si<br />

deve tuttavia evitare di confondere l’immagine intellettuale di paesaggi e percorsi,<br />

trasfigurati tra “mito, natura e storia”, e l’attuale divenire dell’organizzazione territoriale<br />

dell’area cilentana. Il Cilento oggi ha una riconoscibilità prevalentemente a scala regionale<br />

ed i valori socio-culturali che esprime il suo milieu, non sono adeguati alla creazione di<br />

un’immagine forte a livello internazionale. Basti pensare ai tratti di paesaggio devastato<br />

che si offre a chi transita: dall’urbanizzazione selvaggia della piana del Sele fin dentro<br />

l’area archeologica di Paestum alla trasformazione incontrollata di Agropoli; dai<br />

“grattacieli” di Sala Consilina che spiccano sul Vallo di Diano molto più del centro storico<br />

di Teggiano o della Certosa di Padula all’urbanizzazione tra le marine di Casal Velino e di<br />

Ascea che contende l’immagine della costa all’area archeologica di Velia.<br />

L’area cilentana, così complessa da un punto di vista culturale e ricca di storia, è anche un<br />

comprensorio di eccezionale valore naturalistico. Basti in proposito pensare alla notevole<br />

presenza nel territorio di emergenze floristiche, vegetazionali e faunistiche, oltre che litomorfologiche<br />

ed edafiche. Tali emergenze sono distribuite nel territorio del Parco,<br />

trovandosi in tutti i sistemi ed elevandone i livelli di qualità ambientale.<br />

Tra le principali emergenze floristiche si ricordano endemismi quali Primula palinuri,<br />

simbolo del Parco, o Minuartia moraldoi, di enorme pregio per il loro areale puntiforme,<br />

mentre tra le principali emergenze vegetazionali si segnalano comunità di grande interesse<br />

come le cenosi casmofitiche delle rupi calcaree costiere a Dianthus rupicola, Centaurea<br />

cineraria, Iberis semperflorens, quelle delle rupi interne a Campanula fragilis e<br />

Portenschlagiella ramosissima e le garighe montane a Lavandula angustifolia e Salvia<br />

officinalis. Se tali emergenze riguardano prevalentemente il sistema carbonatico, altre<br />

comunità che si trovano in sistemi diversi risultano altrettanto interessanti; ad esempio tra<br />

le comunità forestali significativi dal punto di vista biogeografico sono i boschi a cerro e<br />

farnetto del Monte Farneta e le cerrete d’alto fusto ed i boschi misti mesofili del Monte<br />

Centaurino e dei valloni del Monte Gelbison.<br />

Anche le emergenze faunistiche presenti nel territrorio del Parco risultano di estrema<br />

rilevanza, basti pensare ad esempio che lungo alcuni fiumi del Parco è nota la presenza di<br />

endemismi di insetti Efemerotteri quali Electrogena calabra, presente solo sul Bussento e<br />

in alcuni fiumi della Calabria e Choroterpes borbonica, situta solo sul Mingardo. Oppure si<br />

pensi alla lontra (Lutra lutra), specie da molti considerata come uno dei simboli del Parco e<br />

che qui forma la popolazione più consistente d’Italia.<br />

A scala europea (rete dei SITI di IMPORTANZA COMUNITARIA) il Cilento è un nodo<br />

di primaria importanza. Basta in proposito citare la presenza di 26 SIC. La presenza inoltre<br />

di endemismi e nel suo complesso la presenza di habitat appartenenti alla biocora<br />

mediterranea e a quella temperata fanno del Cilento una delle aree di maggiore interesse<br />

biologico e lito-morfologico di tutto il bacino del Mediterraneo.<br />

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