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Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania

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faggio rispetto ad altre latifoglie, sono in corso di conversione per semplice<br />

invecchiamento della ceppaia.<br />

Cerrete - La proprietà di questa tipologia forestale è per la maggior parte pubblica<br />

(comunale e demaniale). Il tipo di governo più frequente è quello a fustaia, soprattutto per i<br />

boschi pubblici, mentre i cedui presenti sono quasi sempre privati. Le fustaie sono in<br />

prevalenza pure e coetaneiformi, ma esistono anche consociazioni con il faggio e l’acero<br />

napoletano. Le cerrete sono utilizzate per lo più con un turno di 100 anni, e il tipo di<br />

trattamento più frequente è quello a tagli successivi uniformi, e solo in alcune situazioni<br />

(soprassuoli irregolari per struttura ed età) sono applicati i tagli successivi per grandi<br />

gruppi (superficie interessata compresa tra 0,5 e1,5 Ha). Le fitocenosi si presentano in<br />

discrete condizioni vegetative e di sviluppo. La rinnovazione naturale è generalmente<br />

presente e sviluppata, e solo in alcuni casi, per l’invadenza dei carpini ed arbusti spinosi<br />

del pruneto e per la densità eccessiva del soprassuolo, stenta ad insediarsi. I popolamenti di<br />

origine agamica sono in prevalenza misti, infatti, con il cerro si trova o la roverella, o con il<br />

farnetto. In passato per le continue richieste di fascina sono stati adottati turni di 12-16<br />

anni, oggi invece la tendenza è di utilizzare il soprassuolo a 25-30 anni, per ottenere<br />

rendimenti abbastanza remunerativi di legna da catasta. La matricinatura interessa<br />

generalmente 60-70 individui per ettaro, appartenenti alla stessa classe di età, e suddivisi<br />

più o meno in egual misura fra le specie costituenti il soprassuolo. Il pascolo nei cedui è<br />

controllato abbastanza bene, in quanto questi boschi sono generalmente recintati, mentre<br />

nelle fustaie, per l’ampiezza delle superfici e per il tipo di proprietà, sono frequenti<br />

fenomeni di sovraccarico (soprattutto bovino), che ha favorito indirettamente l’invasione<br />

degli arbusti spinosi del pruneto.<br />

Castagneti - I castagneti nella maggior parte dei casi sono di proprietà privata, non<br />

mancano le proprietà comunali, che in molti casi, soprattutto per quanto concerne la<br />

tipologia da frutto, sono affidate in concessione alle famiglie del posto, che provvedono<br />

alle cure colturali necessarie in cambio dei frutti ritraibili. I castagneti da frutto sono<br />

presenti nelle stazioni più fertili e dove è molto radicata questa tipologia di coltura<br />

forestale (anche se le condizioni edafiche non sono le migliori). Le cultivar più impiegate<br />

sono quella “cilentana” (consumata soprattutto allo stato fresco), e quella di<br />

“Roccadaspide” (richiesta dall’industria dolciaria). Il numero delle piante ad ettaro varia da<br />

100-120 a 200. Le condizioni fitosanitarie dei castagneti sono abbastanza buone, solo in<br />

alcune zone sono visibili danni da cancro corticale, trattasi peraltro di ceppi ipovirulenti<br />

ben controllati. Frequenti sono i danni da selvaggina imputabili soprattutto ad una cospicua<br />

presenza di cinghiali. I cedui presentano circa 1000-1400 ceppaie per ettaro di dimensioni<br />

uniformi e generalmente non grandi. Il turno è variabile dai 12 ai 16 anni, con produzioni<br />

soprattutto di materiale per paleria fine e grossa. Le matricinatura più frequente è quella<br />

che prevede il rilascio di 40 matricine per ettaro recidibili al turno successivo. Nelle<br />

stazioni più acclivi la matricinatura sale a 60 piante per ettaro di cui 2/3 del primo turno e<br />

1/3 del secondo turno.<br />

Ontanete - Le ontanete sono in egual misura sia di proprietà pubblica che privata. Si tratta<br />

di lembi boscati di ontano napoletano puri o misti ad altre latifoglie, localizzati in ambienti<br />

con elevata piovosità o con alta umidità atmosferica. Nei pochi casi in cui le superfici si<br />

fanno più consistenti, sempre nell’ordine di poche decine di ettari, i soprassuoli (ancora<br />

non è presente nessun tipo di selvicoltura) sono costituiti o da giovani fustaie disetanee in<br />

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