Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania
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assumere, sotto uno o più dei profili d’analisi e valutazione del paesaggio, valore<br />
condizionante nei confronti dei processi di trasformazione (vedi par. 5.1.3.). Tali caratteri,<br />
in quanto tali distinguibili da quelli che consentono solo di ulteriormente aggettivare o<br />
qualificare i diversi ambiti territoriali, esprimono in sostanza le “regole costitutive” o<br />
(come per la legislazione della <strong>Regione</strong> Toscana) gli “statuti dei luoghi”, in cui inserire<br />
localmente le diverse strategie del Piano, già disegnate nel loro insieme. Essi perciò<br />
(anche anticipando le ipotesi di riforma attualmente in discussione a livello nazionale)<br />
possono rappresentare la parte meno “negoziabile” delle scelte maturate dal Piano del<br />
Parco, come analogamente da ogni altro piano con cui esso debba essere confrontato. Il<br />
riconoscimento, su basi rigorosamente interdisciplinari, dei contenuti “strutturali” dei piani<br />
rappresenta un contributo importante alla cultura del dialogo e del confronto su cui si<br />
basano le prospettive di co-pianificazione e di collaborazione gestionale, e porre il<br />
Paesaggio come fulcro di questo ulteriore processo di sviluppo del Piano consentirà di<br />
coinvolgere il senso di identità locale delle comunità partecipanti ponendole al centro del<br />
sistema valutativo operativo.<br />
b) Una seconda linea metodologica concerne la progettualità, o, in altri termini, il ruolo<br />
del progetto nella definizione del Piano e del suo apparato normativo. In un contesto<br />
ambientale che presenta forti ed indiscutibili valori naturali e culturali, si potrebbe essere<br />
indotti a pensare che tali valori rappresentino un “dato” esogeno ed esterno al processo di<br />
elaborazione delle scelte in cui si sostanzia il Piano. Che cioè la disciplina che il Piano<br />
definisce discenda, prevalentemente, dalla ri-cognizione scientifica, neutrale ed oggettiva<br />
dello stato di fatto e delle sue (parzialmente) prevedibili evoluzioni naturali. Non c’è<br />
dubbio che i modelli strutturali e funzionali individuati mediante i censimenti e le analisi<br />
valutative nei diversi settori “naturali” (geologia e geomorfologia, climatologia, idrologia,<br />
flora e vegetazione, fauna e ecosistemi, ecc.) possono in parte svilupparsi in termini<br />
indipendenti dalle ipotesi di piano e tradursi direttamente in “vincoli ricognitivi”,<br />
scarsamente o per nulla discutibili. Ma solo in parte. In realtà, com’è ben noto,<br />
“conosciamo soltanto ciò che ci interessa conoscere” (tanto più quando, come in questo<br />
caso, limiti di tempo e di spesa costringono a selezionare severamente le analisi fattibili);<br />
ed inoltre i “dati naturali” o presunti tali sono stati riconosciuti in quanto strettamente<br />
intrecciati a variabili economiche, sociali e culturali che saranno influenzate non<br />
marginalmente dalle scelte di Piano. Ciò è particolarmente evidente se si pensa alle scelte<br />
di Piano relative ai contenuti di cui ai punti a, c, d. dell’art. 12 L.394/1991<br />
(l’organizzazione generale del territorio, i sistemi di accessibilità e le attrezzature del<br />
Parco), e se si considerano le azioni programmatorie e progettuali in cui è già impegnato<br />
l’Ente Parco, che costituiscono di fatto buona parte di quel ‘piano implicito’ che ogni Ente<br />
di gestione persegue in attesa di uno strumento pianificatorio completo.<br />
La stessa raccolta dei dati di base è stata, come sempre, orientata da ipotesi ed opzioni<br />
preliminari, e a maggior ragione le operazioni valutative multisettoriali presentano un<br />
imprescindibile orientamento progettuale. Ciò rende molto labili i confini tra analisi e<br />
progetto ed impedisce di concepirne le complesse interazioni sulla base delle tradizionali<br />
sequenze lineari analisi/valutazioni/progetto: interazioni che è sembrato invece opportuno<br />
rendere il più possibile esplicite e trasparenti, anche ai fini della giustificazione pubblica<br />
delle scelte di Piano. In questa direzione, particolare attenzione è stata dedicata ad alcuni<br />
momenti chiave:<br />
b1) la definizione e la verifica ricorrente degli obbiettivi specifici da perseguire col Piano,<br />
a partire dal Documento preliminare e soprattutto con il documento ‘Idee per il Parco’<br />
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