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Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania

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strutturato che fa emergere non solo il valore di singoli ambiti ma la straordinaria<br />

complessità dell'insieme, producendo un paesaggio integrato che si caratterizza proprio per<br />

la varietà e la compresenza di diversi ed opposti tipi di paesaggi: dalla costa alla montagna,<br />

dalle colture irrigue a quelle dei piccoli campi, dai sistemi insediativi di crinale o del Vallo<br />

ai centri isolati in quota, alla contiguità sulla costa di fasce urbanizzate giunte ormai al<br />

degrado limitrofe a tratti di naturalità ancora viva e relativamente intatta.<br />

E' evidente che tutti questi aspetti concorrono oggi a formare l'identità cilentana,<br />

costituendo nel loro insieme e nelle loro relazioni il paesaggio in cui si riconoscono non<br />

solo le comunità insediate ma anche i visitatori più attenti e non 'specializzati', e a fronte di<br />

una tale complessiva risorsa da valorizzare un progetto di governo del territorio non può<br />

essere che “integrato”.<br />

Il Piano, alla luce delle considerazioni suesposte, prospetta per l'Ente un ruolo<br />

fondamentale nella promozione e nell’attivazione di strategie che consentano di potenziare<br />

interconnessioni tra reti ecologiche, paesaggistiche, funzionali, fruitive in un contesto<br />

ampio, la cui estensione può variare, in rapporto ai problemi ed alle azioni, da quella che si<br />

limita a comprendere le aree contigue a quelle più ampie motivate dalle relazioni<br />

socioeconomiche e degli ecosistemi d’area vasta, sino all’inserimento in strategie<br />

interregionali (come APE -Appennino Parco d’Europa- o addirittura il Sistema<br />

Mediterraneo).<br />

Da una parte questo scenario d'azione è d'obbligo quando si tratta di recuperare una<br />

maggiore connettività con i sistemi territoriali d'area vasta, necessaria per ogni politica di<br />

qualificazione della fruizione della parte interna del territorio, quella più naturale, in modo<br />

che si giovi della presenza di servizi, accessibilità e flussi di investimento che con<br />

maggiore intensità si presentano lungo la fascia costiera e nelle aree più periferiche del<br />

Parco; o dove una migliore connettività mercantile, relativamente ai prodotti locali, è<br />

indispensabile per la sopravvivenza stessa delle comunità locali, per dare continuità al<br />

tradizionale modello insediativo e non solo resistenza ma potenziamento dell’agricoltura<br />

delle produzioni di nicchia, che costituiscono i presìdi del paesaggio antropico in cui più<br />

facilmente si possono integrare strategie di tutela, fruizione e sviluppo locale.<br />

D'altra parte l’Ente Parco può svolgere un ruolo di soggetto territoriale a tutto campo,<br />

organizzatore nel coordinamento delle politiche di settore relative a tutta l’area cilentana,<br />

orientando l’azione da un lato ad evitare “l’insularizzazione” e l'abbandono delle aree<br />

rilevanti per valori naturalistici e culturali (tipicamente il complesso degli Alburni o quello<br />

del Cervati), dall’altro configurando l’attività di pianificazione come un processo in cui la<br />

conflittualità derivante dai diversi interessi in gioco possa essere risolta progressivamente<br />

attraverso opportune forme di interazione produttiva, di servizi e di investimenti:<br />

tipicamente nei rapporti tra sistemi locali interni oggi molto dipendenti e quelli esterni,<br />

oggi dominanti.<br />

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