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Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania

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che coinvolge non solo le istituzioni, ma anche la pluralità degli attori sociali e dei<br />

portatori d’interessi in vario modo toccati dalle scelte di gestione. La cooperazione in<br />

questo senso esteso risponde infatti alla necessità di raccogliere sulle scelte di tutela e<br />

d’intervento il massimo possibile consenso sociale, di ridurre il più possibile le ragioni di<br />

dissenso e contestazione, di risolvere gran parte dei conflitti ambientali mediante la<br />

negoziazione e l’accordo più che con l’imposizione ed i vincoli. Ma, come ha da tempo<br />

sottolineato l’Unione Mondiale per la Natura, la cooperazione nel campo delle politiche<br />

ambientali non risponde soltanto ad uno stato di necessità, risponde anche e prima di tutto<br />

alla ricerca di efficacia e tempestività. Solo la cooperazione può consentire la ricerca di<br />

complementarietà e sinergie tra le azioni di competenza dei diversi soggetti - pubblici e<br />

privati - a vario titolo operanti sul territorio comune; solo la cooperazione può offrire quel<br />

“valore aggiunto” che la somma di azioni separate e settoriali non consente di acquisire. E’<br />

questa un convinzione che si sta diffondendo a livello internazionale (IUCN, Montreal<br />

1996) ma che sembra acquistare, in un grande parco ad elevata antropizzazione come il<br />

Cilento, un significato particolare.<br />

Su questa strada alcune esperienze nell’ambito del Parco muovono i loro primi passi con<br />

lusinghieri successi: è il caso del Piano Paesistico del Cilento costiero, dei Patti territoriali<br />

del Sistema Cilento, del Vallo di Diano e del Bussento, della Magna Grecia, delle azioni<br />

Leader II che vedono attivo i GAL per il Parco del Cilento e Vallo di Diano e altre<br />

iniziative di programmazione negoziata tra più Comuni (Parchi letterari, Paidea, accordi e<br />

programmi tra comprensori, ecc.). Una interessante esperienza di servizio concerne<br />

l’attivazione dello “sportello unico al cittadino”, implementato dal SIT del Parco; altre<br />

riguardano la costituzione di appositi centri locali informatizzati per informare e<br />

comunicare iniziative ed attività del Parco, un servizio più diretto ed immediato sui danni<br />

da fauna selvatica, un tavolo di lavoro comune in esecuzione di un accordo di programma<br />

con la Provincia di Salerno e l’Ambito Territoriale di Caccia per il riequilibrio faunistico di<br />

tutta la Provincia, ed altre iniziative utili a rendere sempre più vicine le istituzioni e i<br />

servizi al cittadino. Una fondamentale linea di lavoro riguarda una approfondita attenzione<br />

al giudizio dei cittadini e delle imprese che operano nel Parco a cui la programmazione<br />

deve effettivamente dare risposte. La strada dei Forum territoriali è la sede istituzionale e<br />

socio-politica per l’avvio di un processo di programmazione che ha in se già azioni ed<br />

iniziative che potrebbero trovare il giusto aggancio con la formazione del QCS 2000- 2006<br />

dei fondi strutturali ed in particolare nei programmi di spesa settoriali (POM) che già dalla<br />

prossima primavera richiedono una verifica delle proposte ed azioni attive che possono<br />

assumere un ruolo strategico e di sviluppo per l’intera area del Parco. In questo quadro gli<br />

orientamenti operativi riguardano tre principali questioni:<br />

a, garantire le condizioni generali e i servizi essenziali per poter combinare capitale e<br />

lavoro in nuove iniziative;<br />

b, rafforzare ed accrescere la cultura della concertazione e incentivare e accompagnare le<br />

iniziative in atto;<br />

c, rafforzare la capacità di programmazione al fine di assicurare la realizzabilità dei<br />

programmi e rendere gli organismi di governo locale artefici della programmazione<br />

degli investimenti sul proprio territorio.<br />

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