Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania
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(ID), che ha costituito la tappa intermedia del processo progettuale del Piano, sulla base<br />
dell’avanzamento delle ricerche e delle consultazioni e dei confronti con i piani, i<br />
programmi e le iniziative che maturano nel contesto;<br />
b2) la definizione delle ipotesi strategiche per il Parco, delineate nel documento ID citato, e<br />
nel Piano riscontrate con dettaglio riferito al loro esito normativo o progettuale;<br />
b3) la definizione dei progetti, relativi a settori od ambiti in cui si configurano problemi ed<br />
esigenze d’intervento o d’approfondimento di carattere prioritario, a cui nel Piano si<br />
riserva un apposito spazio (vedi cap.7).<br />
c) Una terza linea metodologica concerne la processualità del Piano. L’elaborazione<br />
tecnica del Piano è stata soltanto un aspetto di un processo di pianificazione che non resta<br />
confinato nell’area di competenza del Parco e che inevitabilmente investe una molteplicità<br />
di soggetti esterni, in primo luogo la Provincia ed i Comuni interessati. Il processo di<br />
costruzione del Piano ha quindi comportato, fin dalle fasi iniziali, momenti di confronto<br />
con i piani urbanistici e territoriali del contesto. Tale confronto deve dar luogo ad una vera<br />
e propria interazione bidirezionale, poiché, come si è già ripetutamente osservato, la<br />
funzione sostitutiva che la legge assegna al Piano del Parco è limitata rigidamente al<br />
territorio protetto ed alle materie di competenza di tale Piano, mentre molte scelte di<br />
gestione del Parco risentono inevitabilmente, in misura maggiore o minore, delle scelte che<br />
competono agli Enti locali. Ciò vale soprattutto in quelle aree di bordo nelle quali si sono<br />
avute e si prospettano le più rilevanti trasformazioni ambientali ed urbanizzative,<br />
particolarmente in funzione del turismo, cariche di effetti per le condizioni ambientali del<br />
Parco.<br />
Per assicurare la coerenza e l’armonizzazione delle scelte che competono, rispettivamente,<br />
all’Ente Parco ed agli Enti locali, nell’ambito del Piano è previsto uno spazio di interazione<br />
normativa e progettuale che presuppone un confronto efficace, basato sulla valutazione<br />
esplicita delle poste in gioco e degli esiti attesi, e sulla loro pubblica discussione. Si delinea<br />
perciò nella gestione del Piano, come è avvenuto sino ad ora a fianco del processo<br />
d’elaborazione tecnico-scientifica, un processo politico e sociale che comporta - al fine di<br />
un efficace perseguimento degli obbiettivi assunti - un ampio ed efficace coinvolgimento<br />
degli attori locali, delle istituzioni e degli operatori sui quali il Piano esercita la sua<br />
influenza e che possono in vario modo concorrere ad ostacolarne o favorirne l’attuazione.<br />
E’ infatti fondamentale portare avanti quel processo di costruzione sociale del Piano che si<br />
prolunga oltre gli atti istituzionali della sua approvazione, individuando momenti e sedi<br />
precise e variamente articolate per facilitare l’ascolto, la comunicazione e la partecipazione<br />
all’elaborazione delle fasi attuative.<br />
In questa prospettiva, il rapporto del Piano con gli sviluppi attuativi e con la progettualità<br />
che si manifesta nel contesto territoriale è estremamente aperto. Lungi dal configurarsi<br />
come la tappa finale di un processo che si conclude, il Piano si colloca all’interno di un<br />
processo che continua, in relazione da un lato all’avanzamento delle frontiere della<br />
conoscenza, dall’altro alla maturazione delle iniziative locali e degli stessi programmi<br />
dell’Ente Parco, della Provincia e della <strong>Regione</strong>.<br />
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