Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania
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alla maglia continua dell'insediamento e della rete di connettività storica, ancora<br />
riscontrabile ma posta in secondo piano e come degradata rispetto al nuovo ordine.<br />
In molti casi si possono ricostruire veri e propri sistemi di relazioni che storicamente si<br />
sono oggettivati ad esempio nelle collane di torri costiere o nella catena di centri del Vallo<br />
di Diano, che possono essere riconosciute e valorizzate. In altri casi le reti degli<br />
insediamenti storici sono ridotti a tracce con episodi ancora emergenti, ma pur sempre<br />
estesi all'intero territorio, come accade per il sistema greco-lucano che ha un nodo di<br />
primaria importanza per tutta la regione nei centri di Agropoli e Poseidonia (Paestum) e di<br />
Velia, connessi con le altre colonie ioniche attraverso la 'linea itsmica' che percorreva il<br />
Vallo di Diano ed è stata per millenni ritenuta la migliore e più breve connessione tra i due<br />
mari, o come accade per i kastra e i conventi longobardi (e per contro bizantini) connessi<br />
dal Monte Stella verso nord, attraverso la piana del Sele, e da Padula verso sud ed est.<br />
E' il sistema dei percorsi storicamente consolidato che rende ancora oggi testimonianza del<br />
ruolo giocato dalla connettività a grande e piccola scala nel generare l'impianto stesso<br />
dell'insediamento civile diffuso sul territorio. Gli itinerari più importanti oltre a quello che<br />
percorreva i bordi del Vallo, connettevano i centri maggiori, sul mare (Paestum, Agropoli,<br />
Velia, Policastro) con i centri interni, in una rete che si spinge normalmente ai centri lucani<br />
e a nord verso Eboli e Salerno. Questa rete nel medioevo e nel moderno si complessifica in<br />
sistemi locali che orami riscontriamo puntualmente nell'insediamento (e nelle strade)<br />
odierne, rimanendo semmai in ombra la forza di connessione con cui storicamente era<br />
legato l'ambito montano lucano ad est del Vallo di Diano.<br />
3.2.3. Il sistema delle connessioni socio-funzionali<br />
Il sistema socio-economico-funzionale cilentano è caratterizzato da una forte dipendenza<br />
della rete insediativa interna dai centri esterni, con forti decentramenti (rispetto al Parco)<br />
gravitazionali per l’accesso a diverse tipologie di servizi e una diffusione incrementale di<br />
fenomeni urbanizzativi nelle aree periferiche esterne al Cilento. D'altra parte, a livello<br />
territoriale, questa periferia “forte” tende ad integrarsi in modo sempre più marcato con il<br />
capoluogo provinciale. Ciò vale, in particolar modo, sia per il quadrilatero Battipaglia-<br />
Eboli-Capaccio-Agropoli, sia per il Vallo di Diano, il quale, a sua volta, anche se in modo<br />
debole, tende ad integrarsi con la Basilicata. A fronte di ciò il Cilento costiero propende, da<br />
un lato, per un’integrazione lungo la costa tra Agropoli e Sapri e, dall’altro, attraverso la<br />
valle dell’Alento e la Piana del Sele, verso Salerno. Infine, solo una porzione del Cilento<br />
interno si orienta verso una polarizzazione su Vallo della Lucania. La restante parte del<br />
“cuore debole” resta disintegrata e frammentata. In quest’area solo la SS.166 sembra<br />
svolgere una funzione di raccordo tra le due “periferie forti” della Piana del Sele e del<br />
Vallo di Diano, mentre, in prospettiva, tale ruolo potrà essere rivestito anche dalla<br />
“Bussentina” tra Cilento costiero e Vallo di Diano. La trasversale della SS.488, tra<br />
l’innesto dell’antica SS.19 e Vallo della Lucania, appare, invece, essere, anche a causa del<br />
suo tormentato percorso, con le sue varie diramazioni, non più di una strada di servizio<br />
locale.<br />
In questi termini la questione dell’accessibilità appare fondamentale nei confronti delle<br />
perifericità del Parco. Sostanzialmente essa si snoda lungo i seguenti temi strategici:<br />
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