Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania
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configurarsi anche e prima di tutto come una straordinaria occasione di applicazione della<br />
Convenzione stessa. Più precisamente, con riferimento all’art. 5 della Convenzione, allo<br />
scopo di “stabilire ed attuare politiche del paesaggio volte alla protezione, gestione e<br />
pianificazione del paesaggio stesso”, di “stabilire procedure per la partecipazione del<br />
pubblico, delle autorità locali e regionali, e delle altre parti interessate alla definizione ed<br />
attuazione di tali politiche”, e di “integrare il paesaggio nelle politiche regionali ed<br />
urbanistiche, culturali, ambientali, agricole, sociali ed economiche, come pure in ogni altra<br />
politica che possa avere un impatto diretto o indiretto sul paesaggio”. E’ però importante<br />
notare che l’applicazione della Convenzione nel caso del Cilento (come, presumibilmente,<br />
in ogni caso di territori vasti e complessi) non può esaurirsi nella formazione del Piano del<br />
Parco qui illustrato, ma investe l’intero processo di gestione e pianificazione, ben oltre la<br />
conclusione della suddetta formazione. L’adozione di specifiche misure - quali quelle<br />
raccomandate dall’art.6 della citata Convenzione - può trovare un primo quadro di<br />
riferimento nel Piano del Parco, a partire dalle strategie illustrate in questo capitolo, ma<br />
deve essere assai più concretamente articolata nei successivi sviluppi programmatori e<br />
progettuali del Piano, illustrati nel cap.7, in particolare nel più importante “piano<br />
d’azione”, il Piano del Paesaggio. In altri termini, la risposta che qui si dà alle<br />
sollecitazioni espresse dalla Convenzione è per ora consapevolmente e dichiaratamente<br />
parziale e provvisoria, poichè dovrà essere integrata e specificata nel processo attuativo già<br />
in parte avviato, in parte da sviluppare proprio a partire dalle indicazioni del Piano del<br />
Parco.<br />
E’ quindi con riferimento non solo alle fasi di lavoro già realizzate ma anche a quelle<br />
successive, che occorre considerare le operazioni proposte dal Piano del Parco, ed in<br />
particolare quelle che attengono al momento cruciale delle sintesi interpretative, cerniera<br />
indispensabile tra le analisi valutative multisettoriali ed intersettoriali e la definizione delle<br />
scelte progettuali. Come già si è notato nel par.2.3., tali sintesi si basano su due operazioni<br />
nodali che, insieme, tentano di dar risposta a quanto previsto dall’art.6, punto c della<br />
Convenzione (identificazione e valutazione dei paesaggi):<br />
- l’individuazione delle “unità di paesaggio” (UP), con l’identificazione dei loro caratteri,<br />
delle pressioni cui sono esposte e delle loro tendenze evolutive;<br />
- l’interpretazione strutturale del territorio, come base per la valutazione delle stesse unità<br />
di paesaggio.<br />
Entrambe le operazioni sono destinate a trovare pieno sviluppo nel piano d’azione per il<br />
paesaggio (vedi par.7.2.3.) ma hanno già conosciuto alcuni passi importanti, di cui si dà<br />
conto nei paragrafi che seguono.<br />
5.1.2. Sistemi ambientali e unità di paesaggio.<br />
Nella prospettiva delineata dalla Convenzione Europea, l’individuazione delle UP risponde<br />
ad una logica assai diversa da quella della zonizzazione prevista dalla L.394/1991, che<br />
ordina le aree del Parco in base alla severità della disciplina, senza tener conto della<br />
diversa e specifica caratterizzazione dei luoghi e di quelle solidarietà tra componenti<br />
diversificate che possono determinarsi indipendentemente dai vincoli cui ciascuna di tali<br />
componenti va sottoposta. Essa punta principalmente al riconoscimento di quelle “identità<br />
locali” che si sono prodotte, nel corso di secoli o millenni, per l’interazione continua dei<br />
processi sociali e naturali e che connotano il quadro di vita delle popolazioni.<br />
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