Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania
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“tessuti relazionali” a dover essere messi in evidenza al fine di riconoscere le identità che<br />
si riflettono nelle unità di paesaggio.<br />
Particolare interesse assume in proposito il confronto tra le unità “ambientali” e le unità “di<br />
paesaggio”. E’ opportuno ricordare che il concetto di Unità ambientale (UA) è stato<br />
elaborato negli ultimi decenni, nel quadro della Landscape Ecology, cui si deve il più<br />
solido e coerente contributo alla comprensione sistemica interdisciplinare del paesaggio. In<br />
quel quadro l’UA si è definita come strumento di una rappresentazione olistica del<br />
paesaggio, ad integrazione o in sostituzione delle sintesi interpretative basate sull’overlay<br />
mapping (dalle prime applicazioni di W.H.Manning a quelle divulgate negli anni ‘60 dalla<br />
scuola di J.McHarg) e sulle “collezioni di carte” tematiche. Essa fa riferimento alla<br />
nozione di paesaggio teorizzata dalle scuole ecologiche (“un’area eterogenea, composta da<br />
un’aggregazione di ecosistemi interagenti che si ripete ovunque in forma simile”: Forman e<br />
Godron, 1986) e tende ad individuare, con varie metodologie, porzioni significative di<br />
territorio, organizzate “unitariamente” in un determinato e preciso livello spazio-temporale<br />
(Zonneveld, 1989). In concreto, l’UA identifica un ambito territoriale potenzialmente<br />
idoneo per un solo tipo di vegetazione seriale matura (vegetazione naturale potenziale).<br />
Ciò non significa che all’interno di quest’area ci debba essere un solo tipo di vegetazione o<br />
una sola tipologia d’uso del suolo. All’interno di una UA ci possono essere diversi aspetti<br />
legati alla storia stessa del territorio, diverse destinazioni d’uso e diverse tipologie<br />
insediative o infrastrutturali. Si tratta quindi di un ambito solo potenzialmente interessato<br />
da un tipo di vegetazione in quanto in termini reali può invece ospitare diversi “patches”<br />
tra loro dinamicamente collegati in “contatti seriali”. In sintesi l’eterogeneità presente<br />
all’interno di una UA è una eterogeneità indotta e pertanto utile anche per misure di qualità<br />
e di vulnerabilità.<br />
Il percorso che porta all’individuazione delle UA mette in gioco fattori diversi, fisici e<br />
biologici, ordinati sistemicamente in successione gerarchica. Si parte dal riconoscimento<br />
delle Regioni: nel nostro caso, <strong>Regione</strong> Mediterranea, <strong>Regione</strong> Temperata e <strong>Regione</strong> di<br />
Transizione. Prendendo in considerazione successivamente i caratteri litologici, climatici e<br />
geomorfologici si individuano Sistemi e Sottosistemi ambientali, così ordinati:<br />
a) <strong>Regione</strong> Mediterranea:<br />
- il sistema Carsico, a cui appartengono i sottosistemi: del Fondo Valle Alluvionale,<br />
delle Alluvioni Costiere, dei Terrazzi Costieri, degli Apparati Dunari, dei Terrazzi<br />
Deposizionali interni, delle Conoidi Detritiche;<br />
- il sistema Argilloso-Marnoso, a cui appartengono i sottosistemi: Collinare, delle<br />
Falesie e Coste Alte, delle Depressioni morfostrutturali;<br />
- il sistema Arenario-Conglomeratico a cui appartengono i sottosistemi: Montuoso,<br />
Collinare, le Falesie e Coste Alte,<br />
- il Sistema Carbonatico a cui appartengono i sottosistemi: Montuoso, Collinare, delle<br />
Forre, delle Falesie e Coste Alte;<br />
b) <strong>Regione</strong> di Transizione:<br />
- il sistema Clastico: a cui appartengono i sottosistemi: Fondovalle alluvionale, Terrazzi<br />
Deposizionali interni, Depositi Palustri;<br />
- il sistema Argilloso-Marnoso a cui appartengono i sottosistemi: Collinare, Depressioni<br />
morfostrutturali;<br />
- il sistema Arenaceo-Conglomeratico a cui appartengono i sottosistemi: Montuoso e<br />
Collinare;<br />
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