Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania
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appartenenti alle famiglie Silvidi, Turdidi, Lanidi, Muscicapidi e Irundinidi a<br />
caratterizzare la fauna presente. D’inverno è possibile riscontrare una discreta<br />
abbondanza di specie più boreali come il cormorano (Phalacrocorax carbo) e il<br />
gabbiano comune (Larus ridibundus). Nella piana del Sele e nella valle dell’Alento,<br />
durante le migrazioni e in particolare d’inverno, si creano piccoli pantani ove sostano<br />
moltissimi Ardeidi, Caradridi, Scolopacidi, abbondando in queste zone la fascia<br />
pedofaunistica e l’erpetofauna; da citare la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), l’airone<br />
cenerino (Ardea cinerea), la pavoncella (Vanellus vanellus), la pittima reale (Limosa<br />
limosa), la pantana (Tringa nebularia), il beccaccino (Gallinago gallinago). Sotto il<br />
profilo entomologico, di gran lunga le formazioni più interessanti e ricche sono quelle<br />
delle rupi, delle falesie e degli affioramenti calcarei costieri e subcostieri, in particolare<br />
nei settori compresi tra S. Maria di Castellabate (Punta Tresino e Punta Licosa), a Capo<br />
Palinuro, Marina di Camerota, e nei settori più meridionali del Golfo di Policastro.<br />
Anche le ridotte formazioni dunali sabbiose presso Marina di Ascea, tra Capo Palinuro<br />
e Marina di Camerota mostrano una entomofauna relitta psammo-alofila peculiare e<br />
specializzata benché numericamente impoverita e rappresentata da elementi perlopiù<br />
ad ampia distribuzione lungo le aree costiere dell’Italia Centro-meridionale. Analoghe<br />
valutazioni (comunità relitte relativamente povere ma esclusive di questi ecosistemi<br />
residuali e frammentati) interessano anche i popolamenti delle spiagge ciottolose del<br />
Golfo di Policastro<br />
b) Le acque superficiali. I corsi d’acqua, fiumi e torrenti, spesso fungono da corridoio per<br />
la fauna in migrazione o semplicemente nella regolazione del flusso genico; tale<br />
caratteristica viene oggi accentuata dal fatto che le ripe sono spesso poco boscate e i<br />
coltivi (per lo più frutteti od orticoli) arrivano, contravvenendo alla legge 431/1985, sul<br />
territorio demaniale e a volte fino all’acqua. Numerosi sono nel Cilento e Vallo di<br />
Diano i corsi d’acqua; nelle zone più integre con acqua ben ossigenata e ricca di<br />
bentofauna (Plecotteri ed Efemerotteri in particolare), come il torrente Palistro, il<br />
Fasanella, il Sammaro e il Peglio, è possibile trovare il merlo acquaiolo (Cinclus<br />
cinclus); laddove è invece abbondante l’ittiofauna, per lo più autoctona, come sul<br />
Mingardo, sul Bussento, sul Lambro, si osserva il martin pescatore (Alcedo atthis). In<br />
questo stesso ambiente vive anche la lontra (Lutra lutra) che è tra i mammiferi a rischio<br />
di estinzione in Italia, ma che nel Cilento dispone di discrete popolazioni in molti corsi<br />
d’acqua (Reggiani et al., 1997), dal bacino del Sele a quello dell’Alento. Nelle gole<br />
piccole colonie di topini (Riparia riparia) e di rondine montana (Ptynoprogne fuligula)<br />
qualificano con la loro emergenza la buona qualità naturale di questi siti; non sono<br />
infrequenti i chirotteri. L’erpetofauna contribuisce in modo rilevante alla biodiversità<br />
faunistica. Tra gli Anfibi, in particolare durante la riproduzione, si osservano l’ululone<br />
dal ventre giallo (Bombina pachypus) e il rospo comune (Bufo bufo), tra i rettili spicca<br />
la biscia dal collare (Natrix natrix). Oltre al tritone italico (Triturus italicus), in pozze<br />
temporanee o in zone acquitrinose vive la rana agile (Rana dalmatina), mentre la rana<br />
appenninica (Rana italica), anch’essa del cosidetto gruppo delle “rane rosse”, è legata<br />
ad ambienti di bosco per cui è rinvenibile in acqua solo nel periodo novembre-marzo.<br />
L’entomofauna macrobentonica dei sistemi reici del Parco Nazionale del Cilento-Vallo<br />
di Diano è alquanto ricca e manifesta una elevata biodiversità; è caratterizzata<br />
prevalentemente da elementi appenninici e medio-sud-europei perlopiù ampiamente<br />
distribuiti nelle aree montane appenniniche. La componente più importante e<br />
significativa caratterizza l’entomofauna macrobentonica dei corsi d’acqua più<br />
meridionali del Parco Nazionale del Cilento, con la presenza di elementi endemici<br />
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