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Relazione illustrativa - Programmazione Unitaria Regione Campania

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6.2. Le aree contigue e la perimetrazione del Parco<br />

Come precedentemente detto, le diverse analisi condotte su di una area assai più vasta<br />

dell’area del parco hanno messo in evidenza una fitta rete di relazioni di varia natura<br />

(paesistiche, idrogeologiche, naturalistiche, storico-insediative) che legano il parco al suo<br />

contesto, con particolare riferimento alle introflessioni del perimetro relative alla alta valle<br />

del Calore, alla media valle dell’Alento e alle alte valli del Mingardo e Bussento.<br />

Sebbene il perimetro del Parco attuale non renda conto in molti casi di tali relazione, una<br />

sua modificazione sostanziale comporterebbe un allargamento assai cospicuo dell’attuale<br />

area del Parco, dovendo seguire i criteri ormai sempre più riconosciuti di dare maggior<br />

compattezza all’area protetta e di valorizzare maggiormente gli elementi di connessione tra<br />

i poli di maggior valore ed integrità naturale. In relazione a quanto prima detto sulla<br />

necessità di cooperazione e negoziazione con gli altri enti territoriali, la strada che si è<br />

imboccata in questa sede, è quella di non modificare la perimetrazione attuale (se non<br />

eventualmente al fine di piccoli aggiustamenti per renderla meglio e più univocamente<br />

riconoscibile sul territorio e di escludere modeste aree già compromesse sui bordi), ma di<br />

attivare degli accordi sulla regolamentazione delle aree contigue che consentano di<br />

recuperare nella sostanza un continuità gestionale tra il Parco e le aree contigue in presenza<br />

di risorse di eguale valore ed importanza. L’area contigua in questo senso non è più<br />

pensata come una semplice “buffer zone” od area tampone, destinata ad assicurare una<br />

transizione graduale dalle aree di maggior protezione interne al Parco a quelle “non<br />

protette” esterne; ma piuttosto come il teatro delle principali azioni da concertare tra<br />

l’autorità del Parco e gli altri soggetti interessati per le finalità suddette. D’altra parte la<br />

maggior parte delle azioni strategiche proposte sono percorribili solo rafforzando il legame<br />

tra l’utilizzo delle risorse interne al Parco e quelle esterne. Ciò premesso, la delimitazione<br />

dell’area contigua e la definizione delle “misure di disciplina” da adottarvi è quindi operata<br />

non in base ad un semplice e generico riconoscimento delle “influenze” che si possono<br />

attualmente registrare, ma in funzione di quel quadro strategico che si è descritto.<br />

La proposta del Piano per le aree contigue, oltre alla regolamentazione della attività<br />

venatoria e della pesca, si sviluppa nella definizione di vincoli, destinazioni specifiche e<br />

modalità di gestione sui temi di tutela ambientale, in termini di omogeneità con quanto<br />

previsto all’interno dell’area del Parco. Ovviamente l’efficacia delle indicazioni date al<br />

riguardo dal Piano del Parco dipende dal loro recepimento nelle normative stabilite dalla<br />

<strong>Regione</strong>, direttamente o tramite gli strumenti urbanistici e territoriali con procedimento<br />

della Giunta Regionale n. 3469, la <strong>Regione</strong> ha delimitato le aree contigue recependo le<br />

indicazioni del Piano. Le successive intese hanno consentito di precisare le finalità da<br />

perseguire e la disciplina da introdurre:<br />

“Le aree contigue del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano sono finalizzate a:<br />

- assicurare la conservazione e la funzionalità strutturale ed ecosistemica delle risorse<br />

dell’area protetta e a migliorare la fruibilità e godimento del parco da parte dei<br />

visitatori, nonché le attività agro-silvo-pastorali compatibili con le finalità del Parco;<br />

- disciplinare l’esercizio della caccia e della pesca in forma coordinata e controllata,<br />

riservata ai residenti dei comuni dell’area naturale protetta e dell’area contigua;<br />

- disciplinare le attività estrattive e per la tutela dell’ambiente al fine di garantire ed<br />

assicurare la conservazione dei valori dell’area protetta;<br />

- disciplinare le altre attività suscettibili di interferire con il funzionamento strutturale<br />

ed ecosistemico dell’area protetta.<br />

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