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Formato PDF (3077 Kb) - Facoltà di Agraria - Università degli Studi ...

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4. LIMITI DELLA COLTIVAZIONE<br />

Le leguminose da granella tropicali si sono evolute in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> forti stress e non<br />

risultano geneticamente idonee ad adattarsi a con<strong>di</strong>zioni ambientali particolarmente favorevoli<br />

nelle quali, generalmente, non raggiungono sod<strong>di</strong>sfacenti rese sia dal punto <strong>di</strong> vista quantitativo<br />

che qualitativo. Tuttavia, l’adattabilità a con<strong>di</strong>zioni ambientali sfavorevoli costituisce uno dei<br />

principali pregi <strong>di</strong> molte leguminose.<br />

Tra i fattori che limitano la produttività delle leguminose nei tropici si ricordano le avversità,<br />

le umi<strong>di</strong>tà estreme, le alte temperature, la bassa insolazione, l’inadeguata o sbilanciata<br />

<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> nutrienti e la scarsa fertilità del terreno. Quando non è possibile ridurre i limiti<br />

ambientali attraverso una migliore tecnica colturale, come il controllo delle avversità, risulta<br />

importante fare ricorso a specie o varietà caratterizzate da meccanismi genetici <strong>di</strong> tolleranza<br />

come ad esempio l’interruzione od il rallentamento dell’accrescimento durante i perio<strong>di</strong> ari<strong>di</strong>.<br />

Sebbene le leguminose rivestano una notevole importanza nell’alimentazione umana, non risultano<br />

prive <strong>di</strong> qualche caratteristica negativa come la carenza <strong>di</strong> aminoaci<strong>di</strong> solforati (cistina e<br />

metionina), il contenuto <strong>di</strong> alcuni fattori <strong>di</strong> flatulenza (soprattutto oligosaccari<strong>di</strong>), la presenza <strong>di</strong><br />

odori sgradevoli, il contenuto <strong>di</strong> inibitori metabolici (come quelli della tripsina). Inoltre, i semi<br />

<strong>di</strong> molte specie contengono sostanze tossiche, come alcaloi<strong>di</strong>, amminoaci<strong>di</strong> non proteici,<br />

neurotossine od emolisine. Comunque, molte <strong>di</strong> queste sostanze possono essere allontanate o<br />

inattivate con semplici trattamenti come cottura, ammollo e tostatura.<br />

Alcune leguminose caratterizzate da elevate rese e con ottime caratteristiche nutritive vengono<br />

scarsamente utilizzate soprattutto in conseguenza <strong>di</strong> ignoranza o <strong>di</strong> scarsa famigliarità con<br />

i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> coltivazione e <strong>di</strong> preparazione. È il caso della soia, caratterizzata da un contenuto <strong>di</strong><br />

proteine e <strong>di</strong> olio superiore rispetto alla maggioranza delle altre specie, che non è stata accettata<br />

nei tropici africani nonostante i vari tentativi <strong>di</strong> una sua introduzione ripetutasi a partire dal<br />

1920. Tuttavia, la crescente richiesta a livello mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> olii vegetali e <strong>di</strong> mangimi ha favorito<br />

l’espansione della soia in molte aree tropicali suprattutto a livello industriale (come “cash crop”)<br />

e poco per uso domestico.<br />

La risposta alla concimazione delle leguminose non è così pronta e, a volte, spettacolare<br />

come nei cereali; in particolare l’azoto non ha effetti apprezzabili, mentre con il fosforo si riescono<br />

ad ottenere incrementi <strong>di</strong> produzione talvolta anche notevoli.<br />

La produttività delle leguminose è più bassa rispetto a quella <strong>di</strong> altre specie (es. cereali)<br />

per la maggior quantità <strong>di</strong> energia necessaria per sintetizzare proteine e grassi, rispetto a quella<br />

impiegata per i carboidrati.<br />

5. DISTRIBUZIONE<br />

Più <strong>di</strong> una dozzina <strong>di</strong> specie contribuisce alla produzione <strong>di</strong> leguminose da granella nelle<br />

regioni tropicali. Di queste, il fagiolo comune (Phaseolus vulgaris), il cece (Cicer arietinum), la<br />

soia (Glycine max), il pisello (Pisum sativum), la lenticchia (Lens esculenta), la fava (Vicia<br />

faba) ed il lupino (Lupinus sp.) sono specie adatte anche a climi freschi e quin<strong>di</strong> da considerare<br />

specie per aree <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a od alta altitu<strong>di</strong>ne nei tropici. Similmente, il pisello del tropico (Cajanus<br />

cajan), il fagilo dall’occhio (Vigna unguiculata), l’arachide (Arachys hipogaea) ed altre specie

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