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Formato PDF (3077 Kb) - Facoltà di Agraria - Università degli Studi ...

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Gli effetti della nutrizione non bilanciata nelle aree dove le risorse energetiche potrebbero<br />

essere adeguate, possono essere drammatici. In alcune aree <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne interme<strong>di</strong>a a clima<br />

umido o sub-umido come l’Uganda (1000-1200 m slm) dove i carboidrati sono più che adeguati<br />

(3000-4000 cal pro capite d -1 ), ma non le proteine, si può registrare una mortalità infantile fino<br />

al 5% soprattutto nei bambini in <strong>di</strong>vezzamento. In generale sembra che le aree semi-aride e le<br />

altitu<strong>di</strong>ni maggiori con bassa pressione <strong>di</strong> popolazione, dove cereali e legumi sono più facilmente<br />

coltivati ed immagazzinati, siano migliori per una nutrizione bilanciata. Tuttavia, queste statistiche<br />

spesso non tengono conto delle variabilità climatiche e delle carestie cicliche delle regioni<br />

sub-umide e semi-aride. In questo contesto, il settore delle attività agricole più vulnerabile<br />

è quello dei noma<strong>di</strong> poiché, la loro sopravvivenza, <strong>di</strong>pende principalmente dagli animali domestici<br />

allevati nelle regioni più aride climaticamente incostanti.<br />

3. RICHIAMI SULLA FISSAZIONE SIMBIONTICA DELL’AZOTO<br />

L’azoto (N) è un elemento essenziale per la vita sia vegetale che animale. E’ quasi inerte e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile da legare chimicamente con altri elementi. I composti azotati sono continuamente<br />

prodotti o demoliti come risultato <strong>di</strong> vari processi biologici e chimici; la figura 1 ne evidenzia<br />

alcuni. L’N elementare o gassoso (N 2 ) può essere fissato o combinato con altri elementi soprattutto<br />

dai batteri (Rhizobium sp. e Frankia sp.) e dai cianobatteri in simbiosi con l’Azolla, una<br />

piccola felce. Anche i prodotti secondari della combustione comportano la formazione naturale<br />

dell’N. L’N atmosferico può essere incluso nelle proteine delle piante che possono in seguito<br />

essere utilizzate dagli animali che le convertono a loro volta in proteine o carne. Parte dell’N<br />

trasformato dagli animali torna nel terreno e quin<strong>di</strong>, alle piante sottoforma <strong>di</strong> escrementi. L’N<br />

<strong>di</strong>stribuito al terreno con i fertilizzanti può essere utilizzato dalle colture o perduto con la<br />

percolazione profonda o con lo scorrimento superficiale. Infine, alcuni batteri possono riconvertire<br />

l’N contenuto nel terreno o nelle piante in composti gassosi che possono ritornare nell’atmosfera.<br />

L’N rappresenta uno dei principali nutrienti delle piante come si può osservare dalla figura<br />

2, nella quale sono riportate le esigenze <strong>di</strong> N e la produzione <strong>di</strong> granella per unità <strong>di</strong> prodotto<br />

fotosintetizzato delle principali specie alimentari. La linea tratteggiata orizzontale rappresenta<br />

l’assorbimento massimo <strong>di</strong> N <strong>di</strong> molte colture che corrisponde a 5 kg ha -1 d -1 per una produzione<br />

<strong>di</strong> fotosintati pari a 250 kg ha -1 d -1 . Nella figura, le specie situate sopra la linea <strong>di</strong> 20 mg <strong>di</strong> N<br />

per g <strong>di</strong> prodotto fotosintetizzato, necessitano quantitativi <strong>di</strong> N superiori a quelli normalmente<br />

ottenibili dal terreno e quin<strong>di</strong>, in natura, costrette ad approvvigionarsi da altre fonti (fissazione<br />

simbiontica).<br />

In base alla loro esigenza <strong>di</strong> N, le colture riportate nella figura 2 possono essere sud<strong>di</strong>vise<br />

in 4 gruppi:<br />

1. cereali produttori <strong>di</strong> granella in modo efficiente;<br />

2. leguminose, altrettanto efficienti produttrici <strong>di</strong> granella, sebbene necessitano<br />

<strong>di</strong> quantitativi <strong>di</strong> N superiori al gruppo 1.<br />

3. oleaginose che producono granella meno efficientemente dei gruppi 1 e 2 in<br />

cambio della produzione <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong>;<br />

4. soia, che per il suo contenuto <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> e proteine si colloca tra le leguminose e<br />

le oleaginose.<br />

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