20.06.2013 Views

Aree umide imp - Assessorato Territorio ed Ambiente

Aree umide imp - Assessorato Territorio ed Ambiente

Aree umide imp - Assessorato Territorio ed Ambiente

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

LA BANCA DATI INTERATTIVA CONCLUSIONI<br />

PER LE ORGANIZZAZIONI EMAS<br />

7. Conclusioni<br />

(in chiave autocritica)<br />

I contenuti presentati nella parte riguardante la progettazione delle aree <strong>umide</strong> riassumono le<br />

conoscenze oggi disponibili a livello internazionale e le adattano alla condizione italiana. Essi<br />

sono però anche il frutto di alcune esperienze pratiche di progettazione, realizzazione e gestione<br />

di aree <strong>umide</strong> per il trattamento delle acque superficiali condotte negli ultimi dieci anni<br />

dai membri del Laboratorio di Analisi dei Sistemi Ambientali del Dipartimento dei Processi Chimici<br />

dell’Università di Padova.<br />

Il processo di maturazione delle idee progettuali e di progresso delle tecniche realizzative è stato<br />

guidato dal lavoro di queste persone e dall’esperienza via-via acquisita. Come dovrebbe sempre<br />

accadere quando si intraprendono strade nuove e si propongono opere innovative, anche<br />

in questo caso si sono visitate molte aree <strong>umide</strong> sparse per il mondo analoghe a quelle proposte<br />

e si è studiato e letto quanto disponibile, ma nessun esempio e nessun insegnamento si è dimostrato<br />

migliore dei nostri stessi errori e della realtà quotidianamente vissuta.<br />

In conclusione di questa fase di studio e di avviamento della ricostruzione di aree <strong>umide</strong> riteniamo<br />

che sia utile presentare in forma organica e tecnica le linee di progettazione di queste<br />

strutture, ma anche raccontare alcune esperienze vissute.<br />

La prima storia riguarda la scelta dell’area su cui ricostruire un’area umida.<br />

Questo passaggio della realizzazione di un’area umida è il primo scoglio da superare. A questo<br />

punto è dato per scontato che l’area umida proposta serva al recupero della qualità del<br />

corpo idrico poiché tutti gli interventi di prevenzione e depurazione, realizzati e realizzabili si<br />

sono dimostrati, e si dimostrerebbero, insufficienti al raggiungimento degli obiettivi di qualità<br />

prefissati. A questo punto, quindi, la ricostruzione della capacità autodepurativa del corso<br />

d’acqua è l’ultima risorsa disponibile e la ricostruzione di un’area umida, di una certa prefissata<br />

dimensione, rappresenta una ragionevole proposta progettuale.<br />

Il posizionamento sul territorio di quest’area umida, o ‘siting’ come con terminologia anglosassone<br />

viene spesso chiamato, si è rivelato un problema sociale e politico più che tecnico. Si<br />

è in sostanza riproposto lo stesso schema di reazione socio-politica che si prospetta ogniqualvolta<br />

si cerchi di realizzare un <strong>imp</strong>ianto di depurazione o una discarica. La sindrome di NIMBY<br />

(Not In My Back Yard) è sempre in agguato, appare e prende tutti, dai confinanti con il sito<br />

proposto, alle popolazioni vicine, alle associazioni di categoria degli agricoltori fino ad alcuni<br />

politici locali, e si sviluppa secondo il più classico dei copioni sociologici.<br />

Si nega inizialmente l’esigenza di realizzarla, si contrasta la proposta con i più fantasiosi argomenti,<br />

agitando gli spettri dei più maleodoranti miasmi, della malaria, dei roditori famelici.<br />

Si arriva a piangere, al pensiero che i nostri padri si rigirino nelle loro tombe v<strong>ed</strong>endo “riallagare<br />

le terre che, con il sudore delle loro fronti, erano state bonificate e coltivate per un radioso<br />

futuro dell’economia rurale”. Quando la fantasia pubblica non basta, nascono i comitati<br />

anti-area umida, con i loro membri più autorevoli riuniti in giunta esecutiva e dotati dell’immancabile<br />

presidente o del più democratico portavoce ufficiale, si nominano se necessario<br />

commissioni scientifiche di autorevoli esperti e contro-commissioni altrettanto autorevoli.<br />

Escono infine le più varie controproposte e anche il più ragionevole dei progetti si piega al<br />

compromesso <strong>imp</strong>osto dal decisore finale.<br />

E’ per questo motivo che l’area umida di Castelnovo Bariano è stata costruita in una golena<br />

del Po a Castelnovo, molto più a monte del delta del Po dove ‘naturalmente’ il progetto iniziale<br />

l’aveva prevista, e dove esistono ampie aree agricole bonificate che potrebbero essere rinaturalizzate<br />

e restituite alla loro originale funzione di filtro tra ambiente fluviale e marino.<br />

Questo compromesso ha comportato l’installazione di pompe per alimentare l’area golenale,<br />

per il cui funzionamento è necessaria l’energia elettrica, che costa. Ma non tutti i mali, in questo<br />

caso, sono venuti per nuocere; infatti le pompe hanno consentito di regolare a piacimento<br />

e molto finemente i flussi idraulici durante le sperimentazioni e realizzare il programma scientifico<br />

dimostrativo.<br />

105

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!