Aree umide imp - Assessorato Territorio ed Ambiente
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CONCLUSIONI<br />
compagnata da tecniche inadeguate di irrigazione hanno fatto sì che alla fine dell’estate si potessero<br />
v<strong>ed</strong>ere pochissime piante di Phragmites in mezzo ad una distesa di infestanti, e si perdesse<br />
così almeno una stagione vegetativa.<br />
Gli insegnamenti appresi da questa storia sono quelli di diffidare dei vivaisti faciloni e troppo<br />
sicuri di sé e di scegliere operatori che abbiano avuto prec<strong>ed</strong>enti vere esperienze di coltivazione<br />
e trapianto di Phragmites su larghe estensioni.<br />
Chi normalmente si accinge a ricostruire un’area umida è animato dai migliori propositi <strong>ed</strong> è<br />
ragionevolmente sicuro di poter controllare i processi che avvengono in essa e di ottimizzare<br />
le rese di rimozione degli inquinanti. Ebbene questo è successo anche nel nostro caso, ma la<br />
realtà non è sempre stata così rosea. Alcuni esempi per spiegarci.<br />
I solidi sospesi in uscita da uno dei bacini erano molto più alti di quelli in entrata nonostante<br />
si fossero disposti alberi per interrompere il fetch e filtri di vegetazione prima dello scarico.<br />
Non erano state previste le carpe che numerose avevano colonizzato velocemente un’area così<br />
calma e accogliente ma che con la loro presenza in acque poco profonde risospendevano<br />
il s<strong>ed</strong>imento non ancora consolidato. Analogo problema provocano anche le anatre che nella<br />
stagione del ‘passo’ scelgono questi stagni protetti per svernare e purtroppo per cibarsi rimestando<br />
il fondo.<br />
Allo scarico il BOD aumenta durante la stagione estiva a livelli inattesi in conseguenza della<br />
produzione autoctona di fitoplancton e perifiton. Anche questa è la conseguenza attesa, ma<br />
sottostimata, di naturali fenomeni che nell’area umida difficilmente si possono controllare.<br />
L’insegnamento generale che da questi <strong>ed</strong> altri esempi si può trarre è quello di non cr<strong>ed</strong>ere di<br />
essere capaci di avere tutto sotto controllo. L’area umida, quando funziona bene, è un ecosistema<br />
molto complesso in cui si sviluppano fenomeni e processi difficilmente prev<strong>ed</strong>ibili.<br />
Bisogna essere pronti più ad adattarsi alla Natura che a cercare inutilmente di piegarla alle<br />
nostre esigenze. In fin dei conti, sapendo di non essere così onnipotenti da poter ricostruire la<br />
‘Natura’, abbiamo scelto la strada di ricostruire solo alcuni pezzi di un’area umida lasciando<br />
poi la Natura libera di fare a suo modo. Abbiamo in sintesi cercato di aiutare la Natura ad<br />
aiutarci nella difficile opera di risanamento del nostro ambiente.<br />
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