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Aree umide imp - Assessorato Territorio ed Ambiente

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LINEE GUIDA PER LA RICOSTRUZIONE DI AREE UMIDE<br />

PER IL TRATTAMENTO DI ACQUE SUPERFICIALI<br />

dalla fase acquosa a quella gassosa. Tale processo per operare richi<strong>ed</strong>e che molecole di nitrato,<br />

presenti in ambienti aerobici, migrino in ambienti anaerobici. Tale condizione peculiare<br />

è spesso realizzata nelle aree <strong>umide</strong> in prossimità della zona radicale di piante emerse<br />

e in microambienti all’interfaccia tra il s<strong>ed</strong>imento, o i biofilm adesi alle parte sommerse<br />

delle piante, e la colonna d’acqua.<br />

• Fissazione dell’azoto atmosferico, realizzata da alcune specie algali e da alcune piante terrestri<br />

che riescono così ad utilizzare come nutrimento azoto gassoso. Tale fonte è generalmente<br />

trascurabile quantitativamente nelle aree <strong>umide</strong>.<br />

• Assimilazione che permette alle piante e alle alghe di assumere il nutriente azotato dall’acqua<br />

circostante per essere inglobato nella propria biomassa.<br />

Il modello per la simulazione della rimozione richi<strong>ed</strong>e alcune considerazioni diverse per le varie<br />

forme azotate. Per descrivere modellisticamente il ciclo dell’azoto è necessario considerare<br />

che le specie chimiche misurate all’ingresso e all’uscita subiscono le trasformazioni cicliche<br />

sopra descritte. Questo <strong>imp</strong>lica, per alcune forme quali ad esempio l’ammoniaca e il nitrato,<br />

l’esistenza di una sorgente interna all’area.<br />

All’azoto nitrico che viene immesso nell’area si aggiunge quello che deriva dall’ossidazione<br />

dell’ammoniaca e quindi il relativo modello richi<strong>ed</strong>erebbe una descrizione esplicita di questo<br />

processo oltre a quello di decadimento del primo ordine classicamente utilizzato. Lo stesso vale<br />

per l’ammoniaca che viene prodotta dalla mineralizzazione della sostanza organica.<br />

A Castelnovo Bariano, la concentrazione m<strong>ed</strong>ia in ingresso per N-NH 4 + è 0.1 mg/l , in uscita<br />

è 0.06 mg/l e la concentrazione di fondo normalmente indicata per questi ambienti è 0.1<br />

mg/l. In queste condizioni possiamo considerare non influente la produzione di nitrato dall’ammoniaca<br />

e quindi accettare la descrizione della rimozione del nitrato con un decadimento<br />

del primo ordine. Le basse concentrazioni all’ingresso di N-NH 4 + rendono inoltre poco utile<br />

la calibrazione di un modello per quest’ultima.<br />

Le aree <strong>umide</strong> rimuovono l’azoto totale con percentuali diverse in funzione di vari fattori quali<br />

il carico entrante, la temperatura, la profondità e la disponibilità di ossigeno. La rimozione<br />

dell’azoto totale è descrivibile con un decadimento del primo ordine dato che è una misura integrata<br />

di vari processi, ognuno dei quali descrivibile con decadimenti del primo ordine.<br />

Il rateo è influenzato anche dalla temperatura, e alcune possibili limitazioni alla sua rimozione<br />

possono essere:<br />

• tempi di residenza brevi,<br />

• basse temperature,<br />

• contributi interni di generazione significativi (biomasse morte),<br />

• scarsità di ossigeno,<br />

• scarsità di carbonio organico per la denitrificazione.<br />

In sintesi, sia per il N-NOx che per il TN, è giustificata l’applicazione di un modello con decadimento<br />

del primo ordine.<br />

La concentrazione di fondo indicata per il TN è di 1.5 mg/l mentre per il N-NOx si considera<br />

una concentrazione di fondo nulla.<br />

La calibrazione del modello per il TN e per i N-Nox ha permesso di ottenere i valori di k per<br />

le varie campagne riportati nella tabella 4.3.

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