Aree umide imp - Assessorato Territorio ed Ambiente
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Fig. 2.2: ciclo del fosforo<br />
PROCESSI DI RIMOZIONE DEGLI INQUINANTI<br />
Per quanto riguarda gli apporti biologici alla residenza del fosforo, l’assimilazione da parte<br />
delle piante attraverso l’apparato radicale gioca un ruolo minore di quello visto per l’azoto e<br />
quantificabile in un rapporto in peso N/P di 1/7, cioè ogni 7 grammi di azoto ne viene assimilato<br />
1 di fosforo.<br />
Il legame tra questa forma solubile e le particelle solide si stabilisce attraverso il processo di adsorbimento<br />
con il quale si ha il passaggio di una sostanza in fase acquosa, alla superficie di una<br />
fase solida. In questo caso il processo ha luogo molto rapidamente, per cui si può pensare che il<br />
fosforo entri nell’area umida in massima parte come adsorbito alla materia sospesa.<br />
Lo scambio di fosfati solubili, per diffusione e per processi di adsorbimento/deadsorbimento,<br />
tra l’acqua interstiziale del s<strong>ed</strong>imento e la colonna d’acqua rappresenta il percorso più <strong>imp</strong>ortante<br />
per questa specie chimica nelle aree <strong>umide</strong>. Nelle acque interstiziali il fosforo può formare<br />
precipitati reagendo con elementi quali il ferro, il calcio e l’alluminio oppure può essere<br />
adsorbito da particelle di argilla e da frazioni organiche recalcitranti presenti nel s<strong>ed</strong>imento<br />
(torbe). Tutti questi processi sono però reversibili e controllati da condizioni ambientali di pH e<br />
potenziale r<strong>ed</strong>ox.<br />
Ad esempio in condizioni anossiche, l’abbassamento del potenziale r<strong>ed</strong>ox favorisce la riduzione<br />
dello ione ferrico a ferroso (Fe 3+ + e – ➝ Fe 2+ ) con la produzione di composti solubili e con<br />
il conseguente rilascio di fosfato. Sempre in condizioni anossiche si può avere rilascio dei fosfati<br />
legati a ferro e alluminio per idrolisi.<br />
Nonostante la reversibilità dei processi sopra discussi, nel lungo termine si ha normalmente<br />
una sottrazione di fosfato grazie al graduale seppellimento del s<strong>ed</strong>imento. Il fosforo ad esso<br />
legato subisce così un isolamento fisico che ne riduce nel tempo la mobilità.<br />
I fosfati organici diventano assimilabili dalle piante solo dopo essere stati mineralizzati dall’azione<br />
decompositrice della flora microbica.<br />
La flora batterica contribuisce ad immobilizzare parte del fosforo organico disciolto, oppure<br />
ad incrementare il pool del fosforo inorganico disciolto attraverso processi di idrolisi enzimatica<br />
o tramite decomposizione anaerobica o mineralizzazione a seconda di quale specie viene<br />
coinvolta.<br />
Nel loro insieme i meccanismi di residenza del fosforo disciolto nelle aree <strong>umide</strong> non sono molto<br />
efficienti; risulta, invece, molto più significativa la rimozione del fosforo associato alle particelle<br />
solide sospese soggette a s<strong>ed</strong>imentazione.<br />
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