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Flora vascolare del Sulcis (Sardegna Sud-Occidentale, Italia)

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Gianluigi Bacchetta<br />

3. INQUADRAMENTO FISIOGRAFICO<br />

3.1. GEOLOGIA E LITOLOGIA<br />

L’impostazione stratigrafico-strutturale <strong>del</strong> basamento ercinico sardo, molto<br />

evidente nei rilievi <strong>del</strong> <strong>Sulcis</strong>, risale all’attività <strong>del</strong>l’Orogenesi Ercinica<br />

(COCOZZA et al., 1974). Le coperture sedimentarie <strong>del</strong>la <strong>Sardegna</strong> centromeridionale,<br />

per effetto di fasi compressive, assunsero una struttura a falde di<br />

ricoprimento e subirono deformazioni di alto e basso grado che originarono facies<br />

metamorfiche e migmatizzazioni. A queste seguirono rilevanti fenomeni<br />

vulcanici di carattere intrusivo ed effusivo (CARMIGNANI et al., 1978, 2001).<br />

Le coperture sedimentarie Cambro-Ordoviciane sono costituite da potenti<br />

successioni di depositi lagunari ed epicontinentali terrigeni e carbonatici; tali<br />

coperture appartengono alle formazioni di Bithia, Nebida, Gonnesa e Cabitza e<br />

nell’area in esame si rinvengono nelle aree più occidentali dei Monti di Nuxis e<br />

di Domus de Maria (CARMIGNANI et al., 1982).<br />

Tra l’Ordoviciano inferiore e superiore, la <strong>Sardegna</strong> centro-orientale fu sede<br />

di un ciclo vulcanico rappresentato da effusioni laviche variabili da basaltiche a<br />

riolitiche. Ciò portò alla nascita di un arco vulcanico, di tipo andino, su crosta<br />

continentale, connesso a subduzione di crosta oceanica (CARMIGNANI et al.,<br />

1978). L’area sulcitana, collocata nel bacino di retroarco, fu soggetta ad una fase<br />

compressiva, detta “Fase Sarda”, riferibile all’Ordoviciano medio. Le<br />

deformazioni compressive causarono l’intensa erosione <strong>del</strong>le coperture<br />

sedimentarie preesistenti e i prodotti di erosione assunsero spessori di varie<br />

centinaia di metri creando la cosidetta “puddinga ordoviciana”. Nell’Ordoviciano<br />

superiore subentrò un nuovo ciclo sedimentario di tipo terrigeno, sia continentale<br />

sia marino, che ricoprì i depositi clastici sintettonici (BARCA et al., 1981;<br />

COSTAMAGNA, 2000).<br />

Durante il Siluriano e parte <strong>del</strong> Devoniano, l’area fu interessata da un lungo<br />

periodo di sedimentazione pelagica, durante la quale si depositarono in<br />

continuità: argilliti carboniose, liditi a graptoliti <strong>del</strong> Llandoveriano, argille<br />

marnose pelagiche con lenti carbonatiche a Cardiola ed Orthoceras <strong>del</strong><br />

Wenlockiano superiore-Ludloviano e infine, i calcari a Tentaculitidi,<br />

Orthoceratidi e Crinoidi <strong>del</strong> Devoniano inferiore e medio (GNOLI et al., 1990).<br />

Dal Devoniano superiore, l’evoluzione sedimentaria magmatica e<br />

metamorfica <strong>del</strong> basamento sardo si esplicò in un ampio contesto geodinamico<br />

conseguente alla collisione tra le placche <strong>del</strong>l’Armorica e <strong>del</strong> Gondwana; con il<br />

sovrascorrimento <strong>del</strong>la prima placca sulla seconda si ebbe un importante<br />

impilamento di unità tettoniche. La regione <strong>del</strong> <strong>Sulcis</strong>-Iglesiente, collocata<br />

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