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Flora vascolare del Sulcis (Sardegna Sud-Occidentale, Italia)

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Gianluigi Bacchetta<br />

<strong>del</strong> sito. Con l’abbinamento di una pianta ad un elemento <strong>del</strong> paesaggio o ai<br />

manufatti antropici, ottengono un’indubbia specificità e possibilità di<br />

riconoscimento preciso.<br />

Lo studio ha anche consentito di capire la specificità <strong>del</strong> vernacolo locale e<br />

quanto gli abitanti <strong>del</strong> posto distinguano solamente il nome <strong>del</strong> genere e non<br />

l’epiteto specifico, salvo non si tratti di specie arboree utilizzate per<br />

l’alimentazione o taxa d’uso medicinale.<br />

Un’ultima osservazione sui risultati è quella riferita all’elevato numero di<br />

fitotoponimi che si ripetono una sola volta. Questo dato conferma la ricchezza<br />

floristica <strong>del</strong> territorio e i numerosi habitat che ospitano specie talvolta rare o<br />

addirittura esclusive.<br />

7.4. ALBERI MONUMENTALI<br />

Lo studio degli alberi monumentali in <strong>Sardegna</strong> è molto recente, e appare<br />

legato essenzialmente ai lavori di VANNELLI (1989; 1994). In precedenza si<br />

possono ricordare solo <strong>del</strong>le citazioni di botanici ed esploratori, che nelle loro<br />

escursioni hanno perlustrato diverse aree <strong>del</strong>l’isola e più in particolare quella <strong>del</strong><br />

<strong>Sulcis</strong>.<br />

Tra questi il primo è stato VALERY (1837) che, nel suo “Voyage en<br />

Sardaigne”, spesso si sofferma sulla descrizione di alberi monumentali; così a<br />

Sassari nel giardino di San Pietro osserva con stupore “…tre mirti enormi che<br />

formavano da soli uno spesso boschetto. Il mirto in <strong>Sardegna</strong> non è per niente<br />

quell’arbusto debole, frivolo, voluttuoso dei nostri climi <strong>del</strong> nord ma un potente<br />

vegetale che perviene a dimensioni straordinarie”. Nel suo viaggio si trattiene<br />

anche nella zona <strong>del</strong>l’oristanese dove nota “…il più grande albero di Milis,<br />

insignito <strong>del</strong> titolo di re degli aranci”, o nella località montana di Bolotana che<br />

“…per quanto boscosa può essere percorsa a cavallo e in certe parti è<br />

carrozzabile. Molte querce colossali raggiungono sei metri di circonferenza con<br />

un’altezza in proporzione”.<br />

Per il <strong>Sulcis</strong> le prime notizie sono quelle contenute nel dizionario geografico,<br />

storico, statistico, commerciale degli Stati di S.M. il Re di <strong>Sardegna</strong> <strong>del</strong> CASALIS<br />

(1833-1856) e compilate da padre Vittorio Angius. In esse il prelato descrive<br />

sommariamente, per la località di Pula, il patrimonio boschivo dicendo: “Non<br />

pertanto certe regioni, che men furono offese, sono ben popolate, hanno alberi<br />

colossali e potrebbero permettere un taglio colossale”.<br />

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