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Flora vascolare del Sulcis (Sardegna Sud-Occidentale, Italia)

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Gianluigi Bacchetta<br />

L’analisi <strong>del</strong>le forme biologiche (Figura 9) mostra la prevalenza <strong>del</strong>le<br />

emicriptofite (33,3%), secondariamente <strong>del</strong>le camefite (22,5%) e <strong>del</strong>le geofite<br />

(21%), le quali presentano un dato molto più alto rispetto a quello rilevato per lo<br />

spettro biologico generale <strong>del</strong>l’intera flora (rispettivamente 25,35%, 6,8% e<br />

12,9%). Ciò conferma il fatto che gli habitat rupicoli e quelli <strong>del</strong>le aree<br />

cacuminali, percentualmente meno rappresentati nell’ambito <strong>del</strong> territorio (circa<br />

il 5% <strong>del</strong>la superficie totale), sono assai ricchi di specie endemiche aventi tali<br />

forme di crescita. La massima concentrazione di endemismi si riscontra, infatti,<br />

sulle pareti rocciose dove si rinvengono circa il 50% <strong>del</strong>le unità tassonomiche,<br />

preponderantemente costituite da entità casmofile e casmocomofile. Tale dato<br />

appare altresì confermato dalle analisi recentemente ultimate da BACCHETTA et al.<br />

(2006d) sulla flora rupicola <strong>del</strong>la <strong>Sardegna</strong>, in tale lavoro si evidenzia come il<br />

56% <strong>del</strong>le unità tassonomiche rupicole sarde siano endemiche e come le forme di<br />

crescita prevalenti siano quelle <strong>del</strong>le emicriptofite (49%), camefite (37%) e<br />

geofite (9%).<br />

Lo spettro biologico limitato alla componente endemica registra di contro un<br />

netto calo <strong>del</strong>le terofite col 13,8% rispetto al 42% <strong>del</strong>lo spettro generale (Figura<br />

4). Ciò conferma il fatto che la gran parte degli endemiti non si adatta con facilità<br />

agli ambienti sinantropici o disturbati, dove invece si assiste ad una esplosione di<br />

specie effimere ad areale di distribuzione ampia (spesso oltre i limiti <strong>del</strong>la regione<br />

mediterranea). Va a questo proposito rilevato come la gran parte dei taxa<br />

endemici terofitici siano al contrario caratteristici di habitat altamente selettivi<br />

quali quelli psammofili, a conferma <strong>del</strong>l’elevato grado di specializzazione di tali<br />

unità tassonomiche.<br />

In particolare merita evidenziare il fatto che diverse specie terofitiche degli<br />

ambiti dunali sono assolutamente intolleranti a qualsiasi fenomeno di<br />

modificazione e disturbo di tali habitat; è il caso, per esempio, di Linaria<br />

cossonii, Linaria flava subsp. sardoa e Torilis nemoralis, specie altamente<br />

minacciate per tali ragioni e per effetto di un range ecologico limitato. La<br />

distribuzione attuale di queste specie risulta conseguentemente assai ridotta e<br />

frammentaria, spesso limitando l’areale ad una sola stazione, con oscillazioni<br />

demografiche consistenti da un anno all’altro.<br />

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