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Flora vascolare del Sulcis (Sardegna Sud-Occidentale, Italia)

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Gianluigi Bacchetta<br />

Mediterraneo. La <strong>Sardegna</strong> che insieme alla Corsica si trovava ancora connessa<br />

al continente europeo è interessata dal sistema di rift, cosicché nell’Oligocene il<br />

massiccio sardo-corso si stacca da esso e ruotando in senso antiorario migra verso<br />

il centro <strong>del</strong> Mediterraneo.<br />

Nell’Eocene medio-superiore, nel settore in esame, i primi effetti <strong>del</strong>la fase<br />

pirenaica compressiva si evidenziano con la discordanza tra la Formazione <strong>del</strong><br />

Cixerri e il Basamento Paleozoico.<br />

L’intensa attività tettonica di tipo distensivo che riguarda la <strong>Sardegna</strong> in<br />

questa fase determina un sistema di fratture a prevalente orientazione N-S e NE-<br />

SW che smembra il basamento paleozoico in un insieme di blocchi rialzati e<br />

ribassati fra loro; fra queste la più importante dà luogo ad una grande fossa<br />

tettonica (Fossa Sarda) orientata longitudinalmente rispetto all’Isola che andava<br />

dal Golfo <strong>del</strong>l’Asinara al Golfo degli Angeli.<br />

Un intenso vulcanismo subaereo di carattere calcoalcalino precede e<br />

accompagna la formazione <strong>del</strong> “rift” e continua in ambiente marino fino al<br />

Miocene medio. È un vulcanismo andesitico-basaltico e riolitico, con prodotti<br />

lavici e piroclastici. Tra Sarroch e Pula si trova un importante distretto vulcanico<br />

relativo a questo ciclo nel quale è riconoscibile una successione di tipi lavici<br />

variabili da andesitico-basaltici a dacitici che giacciono sulla Formazione <strong>del</strong><br />

Cixerri. Esso è originato dalla fase tettonica distensiva plio-quaternaria, in<br />

concomitanza con la formazione <strong>del</strong> bacino oceanico <strong>del</strong> Tirreno centromeridionale,<br />

<strong>del</strong> “graben” <strong>del</strong> Campidano e la diffusa attività vulcanica basica<br />

che però non interessa l’area in esame (CARMIGNANI et al., 2001).<br />

Durante il Plio-Pleistocene, gli “horst” <strong>del</strong> Sarrabus-Gerrei vengono<br />

coinvolti da movimenti neotettonici e tutta l’area in esame subisce un<br />

sollevamento con riattivazione <strong>del</strong>le antiche faglie E-W e N-S. Tale attività<br />

raggiunge una certa stabilità nel Pleistocene medio, come testimonia l’accumulo<br />

di sedimenti tirreniani. È alla successiva fase glaciale <strong>del</strong> Wurm ed ai suoi effetti<br />

climatici che si devono i depositi alluvionali mo<strong>del</strong>lati a glacis (CARMIGNANI et<br />

al., 2001).<br />

I depositi alluvionali e litorali e le dune <strong>del</strong>l’Olocene chiudono la lunga serie<br />

di depositi <strong>del</strong>la <strong>Sardegna</strong> e quindi <strong>del</strong>l’area in esame.<br />

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