Volume dei Pre-Atti - Università degli Studi di Sassari
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L’alta formazione nell’Università <strong>di</strong> <strong>Sassari</strong> 19<br />
Il 25 settembre scorso nella Parco della musica a Roma abbiamo<br />
ascoltato la solenne Prima Relazione sullo Stato delle Università italiane<br />
tenuta dal <strong>Pre</strong>sidente della CRUI Piero Tosi, che ci ha ricordato come le<br />
Università si siano realizzate fin dalle loro origini come “comunità del<br />
sapere”, istituite e sostenute perché la società ha bisogno <strong>di</strong> nuove conoscenze,<br />
<strong>di</strong> classi <strong>di</strong>rigenti aggiornate, <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni informati, <strong>di</strong> competenze<br />
tecniche e professionali, <strong>di</strong> certificazioni e accre<strong>di</strong>tamenti. Queste<br />
sono le loro funzioni essenziali, i contributi specifici che esse debbono<br />
fornire in base al contratto non scritto che lega i citta<strong>di</strong>ni allo Stato.<br />
Hanno dunque una responsabilità grande: quella <strong>di</strong> garantire e <strong>di</strong> promuovere<br />
il lavoro intellettuale per la produzione e la trasmissione del<br />
sapere. Questa responsabilità <strong>di</strong>venta missione ed obiettivo; si traduce<br />
in guida allo sviluppo socio-economico ed ha come riferimento non solo<br />
l’orizzonte internazionale delle varie comunità scientifiche e quello nazionale<br />
dello sviluppo del Paese, ma anche lo specifico territorio in cui<br />
l’Università insiste. Nei tempi del cambiamento, nei tempi della formazione<br />
<strong>di</strong> massa, della globalizzazione e della competizione, l’Università<br />
mantiene la sua caratteristica originaria più specifica, quella <strong>di</strong> essere<br />
una comunità educante, ma insieme si <strong>di</strong>stingue dalla formazione professionale<br />
per il nesso tra ricerca e insegnamento, tra laboratori ed aule;<br />
solo così essa <strong>di</strong>viene il luogo della cultura, la casa del metodo critico,<br />
dove si rifugge dal conflitto tra le <strong>di</strong>scipline e si mira all’inter<strong>di</strong>sciplinarietà.<br />
Cambia l’ambiente sociale nel quale i giovani vivono, cambia il loro<br />
modo <strong>di</strong> rapportarsi con le istituzioni e insieme cambia il ruolo dell’Università:<br />
lo studente potrà scegliere dove stu<strong>di</strong>are, orientandosi fra le offerte<br />
formative <strong>dei</strong> <strong>di</strong>versi Atenei, quando avrà assicurato dallo Stato un<br />
reale <strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o, che gli consenta una mobilità legata alle scelte.<br />
Non è detto che l’insularità possa continuare ad aiutare le due Università<br />
sarde a mantenere i propri clienti, dato che oggi quasi l’86% <strong>degli</strong><br />
studenti sar<strong>di</strong> si immatricola in Sardegna. Il confronto con l’Europa ci<br />
vede lontanissimi dalla me<strong>di</strong>a nella <strong>di</strong>stribuzione delle borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />
<strong>dei</strong> posti alloggio per i bisognosi ed i meritevoli, che in Italia sono<br />
all’1,7% del numero <strong>degli</strong> studenti, a fronte del 20% della Danimarca.<br />
<strong>Sassari</strong> arriva appena all’1% e solo <strong>di</strong> recente sta correggendo questo ritardo<br />
grazie all’azione dell’ERSU.<br />
Il primo impatto della riforma <strong>degli</strong> or<strong>di</strong>namenti <strong>di</strong>dattici è stato positivo<br />
sul numero delle iscrizioni: la riforma ha potuto essere applicata<br />
perché i docenti ed il personale tecnico amministrativo hanno imparato