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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 109 MicroMegaespandendo i disavanzi privati, sacrificando così la stabilità finanziaria alla crescita;l’Europa ha, invece, contenuto la spesa pubblica senza attivare alcuna forma alternativa disostegno alla domanda interna, sacrificando la crescita alla stabilità finanziaria, e finendopoi per perdere su entrambi i fronti a causa della crisi. La reazione dell’Unione a questadoppia sconfitta è stata, da un lato, coltivare la speranza che sia possibile trainare con leesportazioni la crescita di un’area che genera un quarto del PIL mondiale; dall’altro, ilcredere contro ogni evidenza che riducendo tasse e spesa pubblica si possa rilanciareconsumi e investimenti. Privatizzazioni, contenimento della spesa pubblica, detassazione,sono un’idea anglosassone prima ancora che europea. Ma, come abbiamo rilevato, vi sonoprofonde differenze nel modo in cui questa concezione si è affermata negli Stati Unitirispetto all’Europa. Mentre negli Stati Uniti il ridimensionamento del ruolo dello stato èstato considerato nulla più che un naturale esito del conclusosi conflitto sociale, in Europala questione è diversa. Negli Stati Uniti la soluzione della questione distributiva era in largamisura indipendente da quella del ruolo dello stato, ed entrambe sono state disconnessedalla questione della crescita (sebbene con soluzioni non sostenibili nel più lungo periodo).In Europa questi piani si intersecano. Lo stato reggeva la distribuzione e la crescita. Per ilcapitale, indebolirlo è stato indispensabile per vincere sul primo piano, ma ha comportatoil perdere sul secondo. Il superamento del ‘problema stato’ ha finito così per coincidere conil superamento delle politiche di gestione della domanda aggregata. Il fascino dell’ideadelle stabilizzazioni espansionistiche (nata, è importante ricordarlo, proprio in Germania)è proprio questo: suggerisce che questo conflitto di obiettivi non esista. Che ilridimensionamento dello stato non ponga un problema di domanda e di crescita ma che lorisolva.Ma se un rilancio delle politiche di deficit spending rappresenta l’unica via d’uscitapercorribile, perché il partito della spesa non riesce ad imporsi? Di certo l’errore è unacategoria storica importante. Ed è certo pure che l’assetto di Maastricht non ha realizzato ilpromesso ampliamento dello spazio della politica economica in Europa, ma un labirinto divincoli nel quale gli interessi dei singoli stati si sono contrastati a vicenda e infine smarriti.Vi è però, a mio avviso, un livello più profondo al quale bisogna spingersi per cercare unarisposta, rispetto al quale le differenze tra gli USA e l’Europa si attenuano. La storia deltrionfo del keynesismo dopo la seconda guerra mondiale non è la storia di una buona ideache si impone con la sua forza di persuasione. Vi è da considerare in primo luogo il disastrodella guerra. Il ruolo giocato dalla concorrenza di un sistema di produzione alternativo aquello basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione nell’attenuare la tendenza del

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