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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 152 MicroMegaQuando il Rapporto dell’OMS del 2000 classificò il SSN al secondo posto nelmondo, il National Health Service del Regno Unito al 18°, e il sistema degli Stati Uniti al37°, ampio fu lo scetticismo da parte degli anglosassoni, ma anche degli osservatoriitaliani. Eppure non c’è stato, nel nostro Paese, lo stesso scetticismo sui risultati del PISA,l’indagine OCSE sulle competenze degli studenti quindicenni (che colloca l’Italia al 22°posto per la lettura, al 25° per la matematica e al 26° per le scienze), risultati cheandrebbero considerati invece con molta prudenza. Di PISA si è fatto invece largo uso perriproporre il tormentone sull’ «emergenza educativa» e la necessità della «riforma» dellascuola, tradottasi poi soprattutto in tagli di risorse e di insegnanti e riduzione del temposcuola.Con tutto questo non si intende sottovalutare i problemi del SSN, un sistema che dasempre è «a macchie di leopardo», con enormi differenze a livello territoriale nellestrutture, nei servizi forniti, nelle capacità amministrative (ma anche con ampi divariqualitativi nell’ambito della stessa regione e, a volte, dello stesso ospedale). Per farsiun’idea basta guardare alcuni indicatori prodotti nell’ambito del monitoraggio dei LEA (Ministero della salute, 2011): il tasso di ospedalizzazione oscilla tra il 149/1000 in Toscanae il 224/1000 in Campania; i parti cesarei rappresentano circa il 30% del totale al nord, maarrivano al 62% in Campania; il trattamento tempestivo della frattura femore vienegarantito in più della metà dei casi nelle Marche e in Toscana, in poco più del 20% nelLazio, in Campania e in Sicilia; i test di screening delle patologie oncologiche interessano il15% della popolazione in Toscana, appena l’1% in Liguria, Sicilia e Sardegna; la quota diultrasettantacinquenni che ottiene l’assistenza domiciliare integrata è pari al 14% in EmiliaRomagna, all’1,3% in Calabria.Inoltre, i casi di sprechi e inappropriatezza sono diffusi, non sempre gli enti gestoriappaiono in grado di resistere alle pressioni degli erogatori, se non della criminalitàorganizzata (e questo non solo nel Mezzogiorno, stando a quanto sta emergendo da recentiindagini della magistratura, compresa l’antimafia), la contabilità manca a volte ditrasparenza: la Corte dei Conti riporta la presenza di «frequenti episodi di corruzione adanno della collettività denunciati nel settore», «malaffare» e osserva che in Calabria, adesempio, a fronte di 1,5 miliardi di debito pregresso attestato sono emersi più di 0,7miliardi di insussistenze, voci da approfondire e «non riconciliate» e in Campania sonopresenti nel debito partite da regolarizzare.In questa complessa situazione si innestano i tagli della spesa pubblica sanitariadecisi per sottostare ai vincoli europei.

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