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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 169 MicroMegaindirette: le accise su benzina, sigarette ed alcolici sono state aumentate di un terzo,mentre l’imposta sul valore aggiunto è stata portata al 23%, dal 19% della maggior partedei beni, ma anche dal 13% di alcuni beni di largo consumo. Per quanto concernel’imposizione diretta, la soglia di reddito necessaria ad ottenere l’esenzione dalle tasse èstata drasticamente abbassata, da 12.000 a 5.000 euro. Infine, è stata introdotta una tassasugli immobili di proprietà il cui pagamento è incorporato nella bolletta elettrica: cosìfacendo, il governo si è riservato il diritto di tagliare l’energia elettrica alle famiglie che nonpagheranno, per scelta o per necessità, l’imposta.L’austerità ha inciso sui salari anche in maniera indiretta: tanto i minori consumidelle famiglie quanto i tagli alla spesa pubblica hanno infatti indotto una contrazione dellaspesa aggregata, e dunque dei livelli di attività e di occupazione, indebolendo anche perquesta via, in un circolo vizioso, il potere contrattuale dei lavoratori: l’esercito deidisoccupati, che spinge al ribasso le retribuzioni, ha visto raddoppiare le sue fila, passandodai 500.000 del 2009 ad oltre un milione nei primi mesi del 2012, in un paese di 11 milionidi abitanti.Anche se gli effetti di questa storica erosione dei diritti dei lavoratori si potrannocogliere pienamente solo nel lungo andare, stiamo già assistendo ad un consistente crollodei salari: le ultime statistiche ufficiali mostrano una caduta del costo del lavoro mediomensile del 31%, dai 2.163 euro dell’ultimo trimestre del 2009 ai 1.490 rilevati nel primotrimestre del 2012. Tutto questo significa non solo che in Grecia la quota della ricchezzaprodotta destinata ai salari si è ridimensionata in maniera straordinaria, negli ultimi dueanni, ma soprattutto che, al contempo, è stata minata la capacità stessa dei lavoratori grecidi pretendere migliori condizioni retributive in futuro.7. Dal punto di vista delle imprese, gli effetti dell’attuale crisi appaiono molto piùcomplessi da interpretare. Le aziende travolte dalla recessione sono, prevalentemente,quelle di dimensioni inferiori, mentre i settori più forti del capitalismo greco, quelliorientati all’esportazione, nonché i capitali esteri che stanno facendo il loro ingresso neisettori strategici dell’economia, sembrano tenere il passo: ciò significa che se alcuneimprese, le più deboli, finiscono per perdersi nel vortice della recessione, altre sono ingrado di sopravvivere, e possono dunque usufruire appieno dei vantaggi derivantidall’abbattimento dei costi del lavoro che abbiamo appena illustrato. La caduta delladomanda interna, frutto di due anni di austerità, ha colpito tutto quel segmento del tessutoproduttivo greco rivolto al mercato interno, mentre le esportazioni del paese sono cresciutecome non mai, passando da 15 a 23 miliardi di euro negli ultimi tre anni. La struttura

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