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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 178 MicroMegaespansione della domanda aggregata. L’avvitamento in scenari di tipo greco non è dunqueremoto, e potrebbe portare a costi sociali elevatissimi per la “periferia” europea.4. In questo quadro non può allora escludersi che uno o più paesi possano esserecostretti ad uscire dall’Unione monetaria europea, 11 e che, se il paese che si trovasse aduscire fosse l’Italia (da subito, o dopo l’uscita di altri), molto probabilmente l’intera unionemonetaria finisca per dissolversi 12 . Se ciò si verificasse, sarebbe auspicabile, come scrittoda Munchau, una qualche forma concordata di uscita dall’euro, o, nel caso peggiore, unaqualche forma concordata di rottura dell’euro, ma tale soluzione concordata risulterebbe didifficile realizzazione, dato lo scontro tra creditori e debitori dei diversi paesi che la finedell’euro necessariamente determinerebbe.Ma nei termini posti da Eichengreen, 13 se un paese decidesse di uscire dall’euro,quali “barriere” economiche, politiche e legali dovrebbe superare, e come potrebbeminimizzarne i costi?Riguardo alla fattibilità giuridica di una uscita dall’Euro, essa appare possibile, maimplicherebbe probabilmente anche una uscita dall’Unione Europea. 14 Nel Trattato diLisbona, infatti, l’art. 50 prevede (ma altri articoli affermano che la scelta dell’euro èirrevocabile, per cui il Trattato dovrebbe forse comunque essere emendato) che possaesservi una uscita concordata, oppure, se non concordata, una uscita dopo due anni dalla11Che ad uscire siano la Germania ed altri paesi nordici potrebbe forse essere la soluzione menodolorosa, ma è anche poco plausibile, risultando in caso per la Germania meno conveniente cheattuare politiche economiche espansive ed allentare i vincoli di rimborso dei debiti dei paesi“periferici”. Da un lato infatti il probabile apprezzamento della nuova moneta rispetto all’eurofavorirebbe comunque un riequilibrio commerciale con il resto dell’Unione; dall’altro, si avrebberoperdite in conto capitale sugli asset in euro degli altri paesi detenuti da residenti e impresetedesche. Su una uscita tedesca cfr. comunque M. Auerbach, What happens if Germany exits theeuro? Levy Economics Institutes of Bard College, Policy Note.12Molto dipenderebbe dagli andamenti dei tassi di cambio e dei differenziali nei tassi di interessetra i vari paesi europei. Su ciò cfr. oltre, i paragrafi 6 e 7.13Cfr. ad esempio B. Eichengreen, The Euro: love it or leave it? 4 May 2010, Vox.14Cfr. P. Athanassiou (2009), Withdrawal and espulsion from the Eu and Emu. Some reflections,ECB Legal Working Paper Series no. 10, December; e E. Dor (2011), Leaving the euro zone: auser’s guide, Ieseg School of Management, Working Paper Series, ECO-06. Secondo Dor ci sipotrebbe però appellare agli articoli 44 e 46 della Convenzione di Vienna sulla Legge dei Trattati, inbase al fatto che non tutti i paesi aderenti all’Unione Europea aderiscono anche all’Unionemonetaria, ed argomentando che si è verificato un cambiamento fondamentale rispetto allecircostanze che avevano portato alla sottoscrizione dei trattati (ad esempio, il mancatomantenimento dei tassi di interesse tra paesi membri dell’Ume entro scostamenti limitati).Nondimeno, paesi come la Francia non hanno firmato la Convenzione di Vienna, per cui non èchiaro se sia possibile appellarsi ad essa. Nè è ovvio che una legge comunitaria possa equipararsi aduna legge pubblica internazionale.

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