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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 151 MicroMegapre-consuntivo indicato nella Relazione al Parlamento del dicembre scorso. Inoltre, ilmiglioramento ha riguardato per lo più le regioni tradizionalmente più in difficoltà: perquelle con piano di rientro il disavanzo si è ridotto quasi del 37% (a 1,2 miliardi), e solo laCalabria si è mossa nella direzione opposta, mentre per le altre si è avuto unpeggioramento del 2,5%.Di fronte a questi risultati, appare condivisibile quanto affermato dalla Corte deiConti nel rapporto sopra citato: “E’ indubitabile, tuttavia, che quella sperimentata in questianni dal settore sanitario rappresenti l’esperienza più avanzata e più completa di quelloche dovrebbe essere un processo di revisione della spesa”. Eppure a quanto pare tuttoquesto non basta. Prima di esaminare le manovre che si sono abbattute su un sistema giàsotto pressione, vale la pena di soffermarsi un poco sugli aspetti relativi alla qualità delSSN.3. La qualità del SSNRiprendendo alcuni indicatori riportati in un fiero intervento a difesa del SSN(Mapelli, 2012), ricordiamo che in Italia la speranza di vita è pari a 81,8 anni (la più altanel mondo dopo il Giappone e la Svizzera), il tasso di mortalità standardizzato si ferma a483,3 per 10mila abitanti, ed è uno dei più bassi (4° posto nel mondo). E’ vero che suqueste evidenze il sistema sanitario incide in misura minore, in quanto contano molti altrifattori ambientali e sociali, le abitudini alimentari e i comportamenti. Tuttavia va aggiuntoche la speranza di vita in assenza di disabilità in Italia arriva a 74 anni (3° posto nelmondo), che gli anni di vita persi per morte prematura o svalutati per la disabilità sonopari a 8.985 per 100mila abitanti (2° posto) e che la mortalità attribuibile al sistemasanitario è di 65 decessi evitabili per 100mila abitanti (3° posto; la Germania si colloca al16°, il Regno Unito al 19°; gli Stati Uniti al 24°). Gli ultimi indicatori offronoevidentemente alcuni indizi interessanti sulla qualità del SSN, anche se non bisognasopravvalutarne il significato, dal momento che i dati utilizzati per calcolarli possono nonessere del tutto affidabili e comunque è necessaria molta prudenza nell’interpretazione,soprattutto se si intende valutare le performances relative dei diversi sistemi di cure.Tuttavia le rilevazioni oggettive mostrano un quadro migliore di quello che spesso emergedalle indagini sulla soddisfazione, di solito bassa, ma più alta tra chi ha fatto uso dei serviziospedalieri (soprattutto per servizi medici e infermieristici, con l’88% degli intervistatimolto o abbastanza soddisfatti, contro il 68% per il vitto e il 78% per i servizi igienici). Inogni caso l’85% degli italiani dichiara di non volere un sistema sanitario diverso dal SSN.

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