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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 161 MicroMegariequilibrando: il salario reale è sceso del 7,9%.” Inizia così a prendere corpo l’idea che apartire da Atene si stiano riscrivendo, in Europa, le regole fondamentali che preludono alladistribuzione della ricchezza prodotta all’interno della società. La crisi greca assume iconnotati di un conflitto distributivo: non la crisi dell’intera società, ma uno spostamentodi ricchezza al suo interno, dai salari ai profitti. Qualcosa che Luciano Gallino non haesitato a chiamare, in un recente contributo, ‘lotta di classe’ 1 , restituendo quella categoriaanalitica alla più viva attualità. Alla luce delle significative conquiste realizzate dailavoratori nell’Europa del dopoguerra, lo “sforzo trasformativo” di cui parla il Professoresomiglia molto ad una controrivoluzione, “che normalmente avrebbe richiesto unagenerazione” – ricorda Monti ai lettori del Financial Times, appellandosi al loro “sensodella complessità dei fenomeni politici” – e che invece viene portata avanti, in Grecia,nell’urgenza dettata dalla crisi, al ritmo frenetico scandito dagli spread.2. La crisi greca, pur nella sua complessità, può essere ricondotta a tre passaggifondamentali, intimamente legati tra loro. Lo scandalo dei conti pubblici truccati,ossessivamente denunciato come l’origine – addirittura morale – di tutti i problemi dellaGrecia, ha radicato nel senso comune l’immagine di una crisi del debito pubblico, la qualesi è però concretamente manifestata attraverso un differente, spettacolare, fenomeno, ladinamica degli spread: quella dinamica ha fatto lievitare il costo dell’indebitamentopubblico della Grecia, costringendo il paese a richiedere un piano di aiuti allaCommissione Europea, alla Banca Centrale Europea ed al Fondo MonetarioInternazionale 2 . Dagli spread agli aiuti, dunque, e poi da questi alle misure di austerità,poiché una caratteristica fondamentale dei prestiti concessi alla Grecia è rappresentatadalle condizioni di politica economica che, puntualmente, li accompagnano. Proprio inragione degli annessi Memoranda, che illustrano nel dettaglio le politiche richieste al1Luciano Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe, intervista a cura di P. Borgna, EditoriLaterza, 2012.2Eviterò di chiamare ‘troika’ questa triade di istituzioni per una ragione di carattere storico.Quell’appellativo, stranamente adottato dalle stesse istituzioni che dovrebbero, in teoria, subirlo,evoca inevitabilmente il mondo sovietico, ed è davvero curioso che esso venga impiegato cosìdiffusamente per qualificare alcuni pilastri istituzionali dell’ordine sociale storicamentecontrapposto all’economia pianificata. È ancora più curioso che tutto ciò avvenga proprio mentre inostri sistemi politici manifestano, pur all’interno dell’economia di libero mercato, così scarsi livellidi democrazia. Basti pensare, per rimanere in Grecia, al veto posto dai paesi creditori alreferendum popolare sulle politiche di austerità, suggerito dall’allora Primo Ministro Papandreou,oppure alle due lettere gemelle redatte simultaneamente dai leader di centrodestra e centrosinistra,alla vigilia delle elezioni dello scorso maggio, in cui questi si impegnavano per iscritto, sempredavanti ai creditori, a proseguire sulla strada dell’austerità in caso di successo elettorale.

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