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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 68 MicroMegaCerto, la costituzione in Germania di un sempre più diretto potere politico delcapitale finanziario, in nessun modo interessato ad una prospettiva di lavoro e di crescitaper l’insieme dei paesi europei, implica una forte deviazione rispetto al modello americanodi egemonia affermatosi esemplarmente dopo il 1945 con il piano Marshall. Ma non sedevono trarre conseguenza facilmente catastrofiche. Non si può dimenticare che sono statigli americani per primi a rovesciare il tavolo della crescita complessiva di sistema (centro eperiferia insieme), quando hanno consapevolmente mandato a picco, trent’anni or sono, ilsistema di Bretton Woods, affidando la loro presenza mondiale alla supremazia del dollarosui mercati finanziari. E non è proprio nella società americana che per la prima volta sonocomparsi quei fenomeni di polarizzazione sociale che si stanno ora diffondendo a catenanell’insieme dei paesi occidentali? E non è forse poi platealmente fallito il tentativo dirispondere alla caduta della domanda interna con lo sviluppo abnorme del debito privato?La Germania sembra ormai perseguire una sua strategia di dominio nettamentedifferenziata rispetto al modello americano che si afferma in Europa dopo la secondaguerra mondiale con la diffusione del mass consumer market. Le politiche di austeritàimposte tramite un governo della moneta e della finanza volto a soddisfare le richiesteprimarie del capitale finanziario stanno determinando infatti una paradossaleripoliticizzazione di tutti i rapporti intraeuropei 14 . La scelta di lasciare ai mercati ilcompito di determinare i tassi di interesse- su cui in questi mesi di crisi ha sempremartellato con tenacia il presidente della Bundesbank- si sta rivelando non soloeconomicamente depressiva, ma anche politicamente lesiva sul terreno della democrazia 15 .In questo nuovo progetto di governo della Ue la libertà che viene lasciata ai mercati disvolgere incontrastati la loro opera di “disciplinamento” spinge infatti i paesi piùindebitati a devolvere porzioni sempre più ampie di sovranità nazionale in cambio dicondizioni di credito meno catastrofiche. Ma lo svuotamento delle sovranità nazionali, chepure sono tuttora condizione imprescindibile per l’esercizio di qualsiasi democrazia, va dipari passo con l’offuscamento progressivo del volto comunitario dell’Unione. A danno delle14Ha ragione Emmanuel Todd, Après la democratie, Paris , folio, 2010, pp. 220.24, a sottolineareche il nuovo capitalismo finanziario ripresenta la stessa faccia predatoria, violenta, oligarchica,autoritaria,populista descritta un secolo fa nei classici dell’imperialismo(Hobson, Hilferding ,Lenin). Siamo costretti a riscoprire che vendere e comprare azioni ha implicazioni e effetti diversidal vendere e comprare prodotti del lavoro umano.15Il tema è coraggiosamente insistito da Jurgen Habermas. Vedi ora di lui Questa Europa è in crisi,Roma-Bari, Laterza, 2012. Più difficile condividere il suo sogno di una democrazia cosmopolita. Peruna analisi assai puntuale dell’intreccio tra economia e politica sotteso al Fiscal compact vedi AldoBarba, Avanzi di bilancio e deficit di democrazia nel nuovo patto fiscale dell’Ue, 20 febbraio 2012,di prossima pubblicazione.

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