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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 13 MicroMegapubbliche ripristinerebbe lo “stato di fiducia” dei mercati, non poggia su alcuna solida baseanalitica. Di fatto, per chi ci crede, è un mero atto di fede. L’abbassamento dei tassi diinteresse che si è verificato nei primi mesi dell’anno in corso è stato un fatto positivo; ma lariduzione del loro scarto rispetto ai tassi sui titoli di Stato tedeschi di pari durata ha avutoben poco a che vedere con le misure del “Salva Italia”, dovendo piuttosto essere attribuitaall’indiretta (e per le banche assai lucrosa) politica di sostegno dei corsi dei titoli pubbliciintrapresa dalla BCE: prestiti triennali all’1% concessi alle banche per un totale di circa1000 miliardi di euro, nella ragionevole aspettativa che rendimenti di 5-6 volte maggiori leavrebbero spinte ad impiegarne buona parte nell’acquisto di titoli di Stato europei.Comunque, il governatore della BCE è convinto che “dando tempo al tempo, questo denarofinirà per affluire all’economia”, indipendentemente dalle politiche di rigore e di“risanamento” delle finanze pubbliche che anche lui ritiene indispensabili.Nella realtà le cose stanno esattamente all’opposto. Le politiche del rigore edell’austerità continueranno ad esercitare pesanti effetti recessivi, indipendentementedalla liquidità che la BCE sia intenzionata a continuare a mettere a disposizione dellebanche. Per quanto generosa la BCE decida di continuare ad essere nei loro confronti, lemisure del “Salva Italia” e le analoghe misure adottate dalla maggior parte dei governieuropei sono semplicemente destinate ad aggravare la recessione. Esse faranno aumentareancora di più la disoccupazione e la precarietà, indeboliranno ulteriormente la forzacontrattuale del lavoro dipendente e le disuguaglianze di reddito si accentueranno; nerisulteranno ulteriori contrazioni dei consumi, della domanda aggregata e del prodotto.Anche l’obiettivo del “risanamento” delle finanze pubbliche - l’abbattimento del rapportodebito pubblico/PIL - è destinato in tal modo ad essere mancato, perché quanto si fa digiorno con il rigore e l’austerità tende a disfarsi di notte attraverso il loro impatto negativosul prodotto e l’occupazione. Gli stessi mercati finanziari sembrano ormai renderseneconto e sembrano apprezzare sempre meno gli altari sacrificali che dappertutto esimultaneamente si continuano ad erigere in loro onore.3. Ma come si è arrivati a questa situazione assurda? Non c’erano e non ci sonostrade alternative di fronte alla crisi e alla recessione? E se ci sono, perché non vengonoimboccate? Una risposta soddisfacente alla prima di queste tre domande richiederebbe dasola un intero volume. Bisognerebbe analizzare l’intera esperienza del capitalismoavanzato nel corso dell’ultimo trentennio, a partire dall’abbandono dell’obiettivo dellapiena occupazione a favore della lotta all’inflazione alla fine degli anni Settanta - inizio

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