10.07.2015 Views

Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Oltre</strong> l’austerità 118 MicroMegaesterno che non era mai stato tanto favorevole: mai, nel secondo dopoguerra, i tassi medidi crescita – e quindi la disposizione ad importare – dei paesi più avanzati del NordAmerica e dell’Asia erano stati così elevati. Tutto ciò si è tradotto, come è noto, in unasignificativa redistribuzione del reddito a scapito del lavoro dipendente.6. La crisi economica ha messo, a sua volta, in crisi questo assetto economicoistituzionaledell’Europa. Le politiche di austerità prescritte ai paesi più indebitati li stannoprecipitando nella recessione, senza allo stesso tempo sottrarli al pesante condizionamentodella speculazione finanziaria internazionale. Una gestione sostenibile del debito pubblicodi questi paesi e una ripresa della crescita nel complesso dell’Unione monetaria europearichiederebbero l’intervento diretto della BCE nell’acquisto di titoli pubblici: da un lato perfronteggiare adeguatamente la speculazione finanziaria internazionale e ridurre l’oneredell’indebitamento, dall’altro per agevolare il ricorso a politiche di sostegno della domandaaggregata. Questo comporterebbe però, come è evidente, lo smantellamento dell’assettoeconomico-istituzionale realizzato negli ultimi decenni e la rinuncia, in ultima analisi, allecondizioni che esso ha garantito per quanto riguarda la distribuzione del reddito. E’ questala ragione sostanziale della resistenza a modifiche del ruolo della BCE che le consentano dioperare come la Federal Reserve. Dobbiamo dunque ritenere che, pur di non rinunciareall’orientamento di politica economica fin qui seguito, le istituzioni e i principali paesieuropei siano disposti ad accettare la prospettiva della fine dell’Unione monetaria europeae, soprattutto, di una fase recessiva che sarebbe per diversi paesi molto più pesante egeneralizzata di quella già osservata? In realtà, accanto al rifiuto di modificare il ruolo dellaBCE, si sta delineando da parte della istituzioni europee una strategia alternativa peraffrontare la crisi (anche se, come vedremo, il suo esito non potrà che essere nefasto).Questa strategia sembra muoversi lungo due direttrici: la richiesta, rivolta soprattutto aipaesi più indebitati, di realizzare le cosiddette “riforme strutturali” e il progetto di ulteriorisottrazioni di sovranità agli stati nazionali.Per comprendere il vero significato delle “riforme strutturali” da realizzare inEuropa, è utile tornare per un momento indietro di qualche decennio, e in particolare allafine della fase storica che ha visto l’affermarsi delle lotte dei lavoratori in Europa e negliStati Uniti. La reazione a questa fase, come ha acutamente osservato Massimo Pivetti, èstata diversa nei paesi anglosassoni e nell’Europa continentale: “mentre in Inghilterra enegli Stati Uniti l’attacco alle conquiste del lavoro dipendente e alle sue condizionimateriali di vita è avvenuto apertamente e frontalmente (…), nell’Europa continentale esso

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!