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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 150 MicroMegaIntanto si va avanti con i piani di rientro. Questi contengono una serie di misure chein passato erano state già adottate, in larga misura, dalle regioni con i conti in ordine. Valela pena di ricordare alcuni di questi provvedimenti, per evidenziarne la rilevanza:definizione dei requisiti minimi delle strutture pubbliche e private che erogano servizisanitari, accreditamento dei soggetti per divenire erogatori del SSN, stipula di contratti coni fornitori (con budget o tetti di spesa), riorganizzazione della rete ospedaliera con chiusuradei piccoli ospedali e riduzione dei posti letto, in particolare per acuti, ristrutturazionedell’assistenza territoriale, revisione e centralizzazione delle procedure per l’acquisto dibeni e servizi, interventi sulla gestione del personale, interventi sulla spesa farmaceutica 12 ,accorpamenti di ASL, miglioramento della trasparenza delle scritture contabili, controllisull’appropriatezza delle terapie, piani socio-sanitari, riorganizzazione delle reti dierogazione e cura. Si tratta dunque di interventi di ampia portata, alcuni sicuramente“draconiani” (si pensi a quelli sul personale, che pure in alcuni casi contrastano unagestione troppo negligente del passato) e controversi (come la soppressione dei piccoliospedali), altri rivolti a contenere le pretese degli erogatori privati e a migliorare ilrapporto costo-efficacia, alcuni anche mirati a riqualificare il servizio, spostando leprestazioni dall’ospedale al territorio, dal trattamento dell’acuzie al socio-sanitario,riorganizzando la gestione.Dal punto di vista del controllo della spesa tutto il processo descritto ha assicuratosignificativi risultati: il disavanzo, pari al 5,1% del finanziamento nel periodo 2001-2005(lo 0,31% del Pil), è calato fino al 3% nel biennio 2008-9 e all’1,6% nel 2011 (Relazionegenerale sulla situazione economica del Paese, 2011). Il Lazio ha ridotto disavanzo del 47%nel 2011 rispetto al 2007, la Campania del 71%, la Sicilia dell’83%, la Puglia del 62%.Lo scorso anno la spesa sanitaria (pari a 112.889 milioni, sostanzialmente costantein valore assoluto rispetto al 2010 al netto di cambiamenti nel metodo di contabilizzazionedi alcune voci) è calata di un decimo di punto di PIL (al 7,1%). Il disavanzo nel 2011 si èfermato a 1,8 miliardi di euro (contro 2,2 nel 2010); le perdite (riscontrate in Liguria,Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) sono state pari a1,9 miliardi di euro.La Corte dei Conti, nel Rapporto 2012 sul coordinamento della finanza pubblica, hafatto notare che il risultato è stato migliore delle attese per oltre 2,9 miliardi rispetto al12Una gestione più attenta degli acquisti di farmaci, la distribuzione diretta da parte delle ASL odelle farmacie convenzionate attraverso appositi accordi, la regolamentazione della distribuzione,l’aumento delle compartecipazioni (secondo Federfarma, queste ultime sono aumentate di circa il40% nel 2011, tanto da coprire il 10,7% della spesa, il 14% in alcune regioni).

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