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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 126 MicroMegamaestra per uscire dalla recessione che sta attanagliando l'Europa, al di là della purnecessaria revisione degli assetti istituzionali europei al fine di rendere possibile, piuttostoche di soffocare, la realizzazione di questa maggiore domanda, 1 sta in primo luogonell'individuazione della fonte da cui questa maggiore domanda possa e debba stabilmenteprodursi.Ci si potrebbe dunque chiedere, in primo luogo, se una ripresa stabile delladomanda possa nella situazione corrente provenire da qualche soggetto diversodall'operatore pubblico. Il ragionamento andrebbe svolto, oltre che con riferimentoall'economia italiana, anche considerando l'intera area euro; mi limiterò comunque adalcune osservazioni generali.1. Non sembra legittimo aspettarsi una ripresa spontanea dei consumi dellefamiglie, penalizzati in Europa sia dalle politiche restrittive (in particolare l'aumento dellatassazione) sia dalla forte redistribuzione dei redditi avvenuta negli ultimi tre decenni, inItalia come in Europa, a danno dei redditi da lavoro, presumibilmente caratterizzati da unamaggiore propensione al consumo (v, l'articolo di Barba in questo libro). Né è facileindividuare politiche che potrebbero incentivare una ripresa dei consumi, se si prescindeda quelle basate sull'aumento dei deficit pubblici, ovvero su una netta riduzione delleimposte a carico dei redditi medio-bassi (e che quindi saranno analizzate più avanti).Quanto agli investimenti delle imprese, una loro ripresa a parità di altre circostanze o solograzie a qualche incentivo fiscale sembra assai poco probabile: gli investimenti delleimprese risentono infatti della lenta dinamica della domanda interna, caratteristica questageneralizzata dell'economia europea dell'ultimo decennio e non solo limitata ai paesiattualmente in recessione; sono vincolati dalla scarsa propensione a erogare prestiti daparte delle banche o dal loro alto costo nei paesi che sono soggetti alla crisi del debitopubblico; sono resi poco profittevoli dall'esistenza di eccesso di capacità produttiva in piùdi un settore dell'economia. Una ripresa degli investimenti potrebbe avvenire soltanto acondizione che una crescita sostenuta della domanda proveniente da qualche altra fonte1Rimando agli altri articoli di questo libro (v. in particolare Pivetti e <strong>Cesaratto</strong>) per l'analisi delleconseguenze della totale rinuncia alla sovranità monetaria da parte delle economie che hannoaderito all'euro senza poterne determinare la gestione. Come sottolineato in altri contributi, lerevisioni istituzionali che portassero la Banca Centrale Europea a comportarsi come prestatore diultima istanza e ad abbassare drasticamente la tensione sui debiti sovrani mediante l'acquistodiretto di titoli pubblici sul mercato primario, non sarebbero di per sé sufficienti a garantire una viad'uscita della crisi se esse non accompagnano un drastico cambiamento di segno della politica delladomanda, in direzione nettamente espansiva. Nessun'analisi verrà fornita in questo breve scritto,inoltre, della controversa questione dell'eventuale recupero della sovranità monetaria mediante lafuoriuscita unilaterale dell'Italia dall'euro. V. comunque il breve cenno più avanti nel paragrafo.

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