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Oltre l'austerità - Cesaratto - cambiailmondo

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<strong>Oltre</strong> l’austerità 135 MicroMegariguardo il primo punto da mettere in evidenza è che il concetto di competitività è relativo,e nel momento in cui le politiche di flessibilizzazione di salari e lavoro vengonorichieste/imposte a un gran numero di economie Europee, l’effetto complessivo è quello diuna “deflazione salariale” generalizzata, cioè di una rincorsa competitiva al ribasso daglieffetti positivi molto incerti e con effetti negativi sicuri - soprattutto se la politica dicontenimento dei costi e dei prezzi viene sistematicamente perseguita, come è avvenutosinora, anche dal paese europeo che ha un vantaggio competitivo e un grande surpluscommerciale, cioè la Germania. Per quanto riguarda poi la competitività con i paesi esterniall’eurozona, sarebbe difficile recuperare via riduzioni dei prezzi la competitività persaattraverso l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro – oggi (nonostante il recentedeprezzamento) rivalutato del 25% rispetto alla parità iniziale e di circa il 35% rispetto alcambio che si aveva all’inizio del 2000.A queste considerazioni generali se ne aggiungono altre due, non meno rilevanti.La prima è che una riduzione del costo del lavoro per le imprese potrebbe dar luogoad una maggiore competitività internazionale solo se si traduce in una caduta dei prezzi deibeni e servizi prodotti. Ma gli studi su questo tema suggeriscono che ciò nonnecessariamente avviene, o avviene nella stessa proporzione - il livello dei prezzi tende adiminuire meno dei salari nominali (Artus, 2011; si veda anche Stirati, 2006, che criticaanche la tesi che ciò dipenda da mancate liberalizzazioni nel settore dei servizi). Ma se iprezzi non cadono quanto i salari, non solo si riduce la possibilità di un miglioramentonelle esportazioni, ma si determina una caduta nel potere di acquisto dei salari, conconseguenze estremamente negative per la domanda di beni e servizi e per l’occupazione.La seconda considerazione è che quando anche si arrivasse ad una riduzione dellivello dei prezzi grazie alle politiche di flessibilità e riduzione dei salari, questo avrebbeconseguenze devastanti sulla sostenibilità dei debiti sia del settore pubblico che del settoreprivato (famiglie e imprese). Infatti i redditi e le entrate correnti in euro diminuirebbero,mentre il valore dei debiti già contratti rimarrebbe invariato – si moltiplicherebberodunque le difficoltà del settore pubblico a raggiungere gli obiettivi di pareggio di bilancio eriduzione del rapporto debito/Pil e nel settore privato aumenterebbero insolvenze efallimenti, con conseguenze negative e che potrebbero essere fatali anche per il sistemabancario.Veniamo infine all’idea che una maggiore flessibilità del lavoro favorisca laproduttività delle imprese. Certo, la maggiore facilità di licenziamento realizzata attraversola precarizzazione e la rimozione della protezione dal licenziamento ha la capacità di

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