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Anno 2009 - Saluter

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L’analisi sull’impiego di farmaci di comprovata efficacia nella protezione verso il rischio CV comparataalla presenza di co-morbidità in particolare dei pregressi eventi CV, ci ha permesso di stimare che unattento controllo dei valori pressori e degli altri fattori determinanti il rischio cardiovascolare è unobiettivo non ancora raggiunto nei pazienti affetti da Malattia Renale Cronica (MRC). L’utilizzo di questeclassi di farmaci al momento del 1° referral nefrologico, riflette essenzialmente l’atteggiamento prescrittivodei MMG; si evince che l’utilizzo di farmaci bloccanti il sistema renina angiotensina sembraormai condiviso anche con i MMG, mentre altri farmaci di comprovata efficacia (ASA, statine e betabloccanti)risultano sotto-utilizzati, nonostante un 40% di pazienti sia affetto da pregressa patologiacardiovascolare. Le statine vengono prescritte solo nel 44% dei malati con pregressa cardiopatia ischemica.Sembra quindi esistere un largo margine per collaborare con i MMG ed implementare insiemecon loro l’utilizzo di farmaci efficaci nella riduzione della progressione della malattia renale e nellaprotezione cardiovascolare.Il secondo progetto di ricerca sviluppato nel corso del <strong>2009</strong> si è focalizzato sullo studio dell’impatto delmetabolismo del fosforo sulla progressione dell’insufficienza renale cronica e sul rischio di morte. Questoprogetto è stato oggetto della tesi finale del master di secondo livello in Statistica Medica e MetodiStatistici per l’Epidemiologia (Bellasi A.).Una estesa letteratura medica suggerisce che le alterazioni del metabolismo del fosforo si associano alrischio di sviluppare un evento cardiovascolare maggiore (o di morire) nei pazienti affetti da insufficienzarenale cronica in trattamento sostitutivo. Dati recenti sembrano suggerire che tale legame tra le iperfosforemiae rischio di morte o di accidente cardiovascolare sia presente anche negli stadi più precoci dellamalattia renale.Tuttavia, per quanto convincenti le evidenze fin qui emerse nella letteratura medica nefrologica non sembranoessere ancora sufficienti per concludere sul reale impatto di queste alterazioni sulla prognosi deipazienti affetti da insufficienza renale cronica non ancora in dialisi.L’obiettivo dello studio è quindi di verificare il valore prognostico dell’iperfosforemia sulla sopravvivenzae sulla progressione dell’insufficienza renale tra i soggetti arruolati nel progetto PIRP. In altre parole, cisiamo posti l’obiettivo di verificare se i livelli di fosforo al di sopra dell’intervallo di normalità (iperfosforemia)sono dei predittori indipendenti dell’evento composito morte per ogni causa o ingresso in dialisi.Per questo studio abbiamo quindi selezionato tutti i pazienti ai quali era stato misurata la fosforemiabasale ed arruolati nel registro dalla data della sua costituzione fino al 31/12/2007. La data del31/12/2007 è stata scelta in quanto i dati di mortalità forniti dall’Agenzia Sanitaria Regionale si estendonoper il momento fino a questa data.L’endpoint studiato con queste analisi è rappresentato dal verificarsi dell’evento composito morte perogni causa o ingresso in dialisi che rappresentano le due modalità per uscire dal registro PIRP.Nel complesso sono stati identificati 1716 pazienti che sono stati suddivisi in 4 gruppi a seconda deivalori di fosforemia presentati.Le principali caratteristiche sono riassunte in tabella 6PI. Si tratta di una coorte di pazienti con età medianadi 73 anni per la maggior parte costituita da maschi. La patologia vascolare (ipertensione artriosa ecardiovascolare) e il diabete mellito sono le due co-patologie maggiormente rappresentate rispetto ai datigenerali del registro presentati in precedenza. Questo potrebbe riflettere la maggior attenzione del nefrologoper pazienti gravati da un maggior numero di co-morbidità.Nello specifico, i soggetti con fosforo più elevato (>4.3 mg/dl) appaiono tendenzialmente più anziani,più spesso sono diabetici e presentano un grado di insufficienza renale più avanzato. I dati di laboratoriorivelano anche la presenza di anemia, un cattivo controllo del metabolsimo minerale e una maggiorerapidità di declino della funzione renale rispetto ai soggetti con livelli di fosforemia inferiori a4,3 mg/dl.Attività di donazione, prelievo e trapianto di organi e tessuti51

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