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CAPITOLO 1<br />
Salute infantile:<br />
iniziare la vita nel miglior modo possibile<br />
Quando si parla di possibilità <strong>per</strong> i bambini di realizzare i<br />
loro diritti e di svilupparsi, le probabilità escludono quelli<br />
provenienti dalle famiglie più povere e più svantaggiate. Il<br />
fatto che un <strong>bambino</strong> debba avere prospettive limitate di<br />
sopravvivenza o di buona salute a causa delle circostanze<br />
della sua nascita è gravemente iniquo, e rappresenta una<br />
violazione dei suoi diritti. È un’ingiustizia costosa anche<br />
in termini umani, economici, sociali e politici. Il progresso<br />
sostenibile <strong>per</strong> i bambini di oggi e <strong>per</strong> le generazioni<br />
future richiede di concentrarsi sull’equità e sul garantire<br />
a <strong>ogni</strong> <strong>bambino</strong> le stesse possibilità. Raggiungere i<br />
bambini più emarginati è più di un im<strong>per</strong>ativo etico; è una<br />
precondizione <strong>per</strong> raggiungere gli obiettivi del 2030 relativi<br />
alla salute e al benessere dell’infanzia.<br />
Prisca, 18 anni e la sua<br />
bambina nell’ospedale<br />
Bwaila di Lilongwe, Malawi.<br />
© UNICEF/UN018535/Chikondi<br />
Le disparità in termini di prospettive di sopravvivenza e di salute sono determinate dallo<br />
svantaggio sociale collegato non soltanto alla ricchezza ma anche all’etnia, all’istruzione<br />
e al divario tra zone rurali e urbane.<br />
Una delle lezioni più importanti ricavate dai tentativi compiuti negli ultimi 15 anni<br />
<strong>per</strong> migliorare la salute infantile e materna è che gli approcci incentrati sui progressi<br />
complessivi non elimineranno le disparità che lasciano le donne e i bambini più poveri<br />
maggiormente a rischio. Anche se <strong>per</strong>sino i paesi più poveri hanno ottenuto progressi<br />
considerevoli, le disparità <strong>per</strong>sistono.<br />
In termini di sopravvivenza infantile, mentre il divario assoluto tra paesi ricchi e paesi<br />
poveri si è sostanzialmente ridotto dal 1990 a oggi, le maggiori disuguaglianze restano<br />
quelle tra paesi poveri e paesi ricchi. Il divario relativo in termini di mortalità infantile tra<br />
l’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale da una parte e i paesi ad alto reddito dall’altra<br />
è cambiato pochissimo nel giro di un quarto di secolo. I bambini nati in Africa subsahariana<br />
hanno probabilità 12 volte maggiori di morire prima di compiere cinque anni<br />
rispetto ai loro coetanei nei paesi ad alto reddito, proprio come nel 1990. 14<br />
Attualmente un <strong>bambino</strong> nato in Sierra Leone ha probabilità 30 volte maggiori di morire<br />
prima dei cinque anni rispetto a un <strong>bambino</strong> nato nel Regno Unito. Nell’Africa subsahariana<br />
le donne corrono un rischio di mortalità materna pari a 1 su 36, mentre nei<br />
paesi ad alto reddito tale rischio è pari a 1 su 3.300. Lo stesso rischio in Ciad è pari a 1<br />
su 18. 15<br />
LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 2016<br />
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