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per ogni bambino

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Nelle situazioni di conflitto, l’istruzione risulta spesso compressa, direttamente o<br />

indirettamente, <strong>per</strong>ché i conflitti danneggiano le scuole e mettono a repentaglio la<br />

vita di insegnanti e studenti. 165 Uno studio della Coalizione globale <strong>per</strong> proteggere<br />

l’istruzione dagli attacchi ha documentato migliaia di assalti contro studenti,<br />

insegnanti e istituzioni in 70 paesi in un <strong>per</strong>iodo di cinque anni fino al 2013. Tra<br />

questi figuravano bombardamenti, rapimenti, arresti illegali, torture e uccisioni di<br />

alunni e docenti. 166<br />

Gli esempi specifici sono numerosi. Nel 2014 in Nigeria, il gruppo armato Boko<br />

Haram ha rapito centinaia di donne e ragazze nel corso di pesanti attacchi. Tra il 2012<br />

e il 2014, il gruppo ha ucciso 314 bambini nelle scuole della Nigeria nord-orientale. 167<br />

Dall’inizio della rivolta alla fine del 2015, più di 600 insegnanti hanno <strong>per</strong>so la vita e<br />

BOX 2.2 L’IMPATTO DEVASTANTE DEI CONFLITTI ARMATI SULL’ISTRUZIONE<br />

I conflitti hanno effetti immediati e spesso potenzialmente<br />

letali sui bambini. Ritardano, inoltre, lo sviluppo dei<br />

sistemi educativi che dovrebbero funzionare <strong>per</strong> aiutare<br />

i bambini a sviluppare appieno il proprio potenziale. Le<br />

recenti es<strong>per</strong>ienze nella Repubblica araba di Siria hanno<br />

dimostrato come i conflitti possano arrestare o addirittura<br />

invertire i progressi nel campo dell’istruzione.<br />

Nel 2010, prima dell’inizio dell’attuale crisi, quasi tutti i<br />

bambini in età da scuola primaria del paese, nonché il 90%<br />

di quelli in età da scuola secondaria inferiore, erano iscritti.<br />

Cinque anni dopo, nella Repubblica araba di Siria, circa 2,1<br />

milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni non frequentavano la<br />

scuola. Inoltre, circa 700.000 bambini siriani rifugiati in età<br />

scolare non andavano a scuola negli stati vicini.<br />

Più della metà dei quasi 4,6 milioni di rifugiati fuggiti<br />

dal conflitto sono bambini, e molti di loro attualmente si<br />

trovano a dover affrontare un futuro privato della s<strong>per</strong>anza<br />

che viene dall’istruzione. Gi stati vicini hanno cercato di far<br />

fronte a questo afflusso. Senza alcun sostegno da parte di<br />

donatori, il governo del Libano ha introdotto un sistema<br />

innovativo che accoglie grandi numeri di bambini rifugiati<br />

altrimenti privati dell’istruzione scolastica, creando un<br />

sistema a due turni nelle scuole pubbliche. Circa 150.000<br />

bambini rifugiati sono entrati in questo modo nel sistema<br />

scolastico pubblico del Libano.<br />

Tuttavia esiste ancora un ampio divario tra i bis<strong>ogni</strong><br />

formativi dei bambini siriani rifugiati e le opportunità<br />

educative a loro disposizione. La lingua dell’istruzione è<br />

un fattore fondamentale che ostacola la loro possibilità di<br />

continuare ad apprendere. Inoltre, nella maggior parte dei<br />

paesi in cui i rifugiati si stabiliscono, non ci sono insegnanti<br />

siriani impiegati nel sistema pubblico.<br />

Ma l’istruzione non è stata interrotta da conflitti soltanto<br />

nella Repubblica araba di Siria. A Gaza, quasi 500.000<br />

bambini non sono potuti tornare nelle loro classi all’inizio<br />

dell’anno scolastico 2014-2015 a causa di danni alle<br />

infrastrutture. Nello Yemen, nell’agosto del 2015 il conflitto<br />

ha determinato la chiusura di migliaia di classi <strong>per</strong> 1,8<br />

milioni di scolari, che sono andati ad aggiungersi agli 1,6<br />

milioni già esclusi dalla scuola prima dell’intensificarsi<br />

delle violenze. In Sudan, la guerra che, in alcune zone, è<br />

andata avanti <strong>per</strong> decenni ha privato dell’istruzione più di<br />

tre milioni di bambini. I conflitti armati nella Repubblica<br />

Centrafricana, nella Repubblica Democratica del Congo<br />

(RDC) e nel Sud Sudan hanno bloccato i progressi in zone<br />

già contrassegnate da deficit educativi cronici.<br />

Nella RDC, dove i conflitti sono in corso dal 1993, più<br />

di 3,5 milioni di bambini in età da scuola primaria sono<br />

fuori dalla scuola. Tuttavia, dati recenti dimostrano che la<br />

frequenza alla primaria è costantemente aumentata, dal<br />

51% nel 2001 all’87% nel 2013. Nel frattempo, tutti i divari a<br />

livello di frequenza tra maschi e femmine, tra bambini delle<br />

zone urbane e quelli delle zone rurali, di quelli provenienti<br />

dalle famiglie più ricche e da quelle più povere, si sono<br />

ridotti. 170<br />

Fonti: Istituto di statistica dell’UNESCO e Fondo delle Nazioni Unite <strong>per</strong> l’Infanzia, Fixing the Broken Promise of Education for All: Findings from the Global Initiative on Outof-School<br />

Children, UIS, Montreal, 2015, p. 49. Fondo delle Nazioni Unite <strong>per</strong> l’Infanzia, Syria Crisis Education Strategic Pa<strong>per</strong>, London 2016 Conference pa<strong>per</strong>, UNICEF, New<br />

York, gennaio 2016, p. 1. Alto commissario delle Nazioni Unite <strong>per</strong> i rifugiati, ‘Education Sector Situation Analysis’ <strong>per</strong> i mesi di novembre e dicembre 2015, tratto dal sito web<br />

del Syrian Regional Refugee Response, , pagina visitata il 12 gennaio 2016. Ufficio regionale <strong>per</strong> il Medio Oriente<br />

e l’Africa settentrionale del Fondo delle Nazioni Unite <strong>per</strong> l’infanzia, Education under Fire: How conflict in the Middle East is depriving children of their schooling, UNICEF,<br />

Amman, 3 settembre 2015, p. 6. Partnership globale <strong>per</strong> l’istruzione, pagina dedicata alla Repubblica Democratica del Congo, , visitata l’8 aprile 2016. MICS 2001 e 2010; DHS 2007 e 2013–2014.<br />

LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 2016<br />

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