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Dare un’opportunità ai bambini<br />
già elaborando un Commento generale sulle spese<br />
pubbliche <strong>per</strong> realizzare i diritti che chiariranno le<br />
implicazioni politiche dell’articolo 4.<br />
Sostenere i diritti dell’infanzia<br />
Tuttavia, maggiori risorse, da sole, non basteranno. Chi<br />
garantirà che i diritti dell’infanzia vengano sostenuti o<br />
anche soltanto presi in considerazione?<br />
Nessuna convenzione delle Nazioni Unite è stata<br />
ratificata in altrettanti paesi quanto la CRC. Ma in<br />
troppi luoghi questi diritti non vengono realizzati.<br />
Analogamente, lo Statuto di Roma del 1998 riconosce il<br />
bisogno di misure speciali <strong>per</strong> proteggere i bambini che<br />
figurano come vittime e testimoni durante i procedimenti<br />
giudiziari, e richiede che gli o<strong>per</strong>atori giudiziari siano<br />
es<strong>per</strong>ti di questioni relative all’infanzia. E tuttavia non si<br />
stanno indagando sufficientemente atti criminali ai danni<br />
dei bambini, come stupro, violenza sessuale, traffico di<br />
minori e utilizzo di questi ultimi come soldati. L’impunità<br />
resta diffusa.<br />
Consiglio di sicurezza potrebbe esaminare le questioni<br />
fondamentali da sollevare.<br />
Per realizzare tutto questo, l’Assemblea generale delle<br />
Nazioni Unite dovrebbe ospitare una sessione dedicata<br />
ai bambini e ai giovani, preferibilmente prima della sua<br />
prossima sessione. Idealmente, l’accordo su un Consiglio<br />
dei bambini dell’ONU che faccia rapporto al Consiglio<br />
di sicurezza si potrebbe raggiungere in tempo <strong>per</strong> il<br />
settantesimo anniversario della Dichiarazione universale<br />
sui diritti umani nel 2018. Ed entro il trentesimo<br />
anniversario della CRC, nel 2019, potremmo assistere<br />
all’istituzione di un nuovo Tribunale internazionale <strong>per</strong><br />
l’infanzia.<br />
L’obiettivo a lungo termine è molto più semplice: dare<br />
un’opportunità ai bambini. Dare loro una voce. Il futuro<br />
appartiene a loro.<br />
Il Terzo protocollo opzionale alla CRC che è entrato<br />
in vigore nell’aprile del 2014, consente ai bambini di<br />
denunciare le violazioni di diritti direttamente al Comitato<br />
sui diritti dell’infanzia, ma soltanto se non si trova alcuna<br />
soluzione a livello nazionale. A febbraio del 2016, appena<br />
26 paesi avevano ratificato il Protocollo, e quelli che<br />
hanno maggiori probabilità di violarlo hanno anche minori<br />
probabilità di sottoscriverlo.<br />
Un Tribunale internazionale <strong>per</strong> l’infanzia, congiuntamente<br />
a un Commissario <strong>per</strong> l’infanzia nominato in <strong>ogni</strong> paese,<br />
risultano <strong>per</strong>tanto essenziali al fine di affrontare queste<br />
importantissime questioni.<br />
Ascoltare le giovani voci<br />
Esiste almeno un altro prerequisito <strong>per</strong> poter raccogliere<br />
le risorse necessarie a garantire opportunità <strong>per</strong> i bambini<br />
e a istituire meccanismi giuridici che ne tutelino i diritti. E<br />
precisamente, i bambini e i giovani hanno bisogno di un<br />
meccanismo politico attraverso cui poter dibattere queste<br />
importanti questioni. Per ottenere una partecipazione<br />
significativa, sono indispensabili parlamenti di giovani e<br />
piattaforme analoghe.<br />
Un meeting annuale del Consiglio di sicurezza dell’ONU<br />
come un Consiglio <strong>per</strong> i diritti dell’infanzia avrebbe un<br />
enorme impatto. Nel corso dell’anno, un sub-consiglio del<br />
Malala Yousafzai, attivista <strong>per</strong> il diritto all’istruzione,<br />
parla con le studentesse in una scuola di Za’atari,<br />
il campo profughi <strong>per</strong> i rifugiati Siriani a Mafraq in<br />
Giordania.<br />
© UNICEF/UNI158222/Malhas<br />
LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA NEL MONDO 2016<br />
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