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Raccolta opere del concorso - La scuola possibile

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DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA<br />

la nazione russa che soppiantò l’URSS. Nel 1994 Nelson Man<strong>del</strong>a fu scarcerato<br />

e fu l’inizio <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong>l’apartheid.<br />

E, anche se questo non é un evento storico, nel 1993 Michele e Giacomo divennero<br />

padri. Michele ebbe un figlio che chiamò come suo padre, Carlo.<br />

Giacomo ebbe una bellissima figlia che chiamò come sua madre, Rita.<br />

ROMA, 1° SETTEMBRE 1997<br />

Ciò che determinerà il loro ultimo incontro ha un preciso retroscena storico.<br />

L’Albania era sull’orlo <strong>del</strong>l’anarchia dopo la caduta <strong>del</strong>l’URSS. <strong>La</strong> crisi economico-sociale<br />

albanese causò un’ondata migratoria soprattutto verso l’Italia.<br />

I campi d’accoglienza si facevano sempre più sovraffollati e molti profughi<br />

furono rispediti al loro paese. Come succede sempre in queste situazioni, la<br />

gente assume posizioni diverse e non mancano le risse e i cortei. Per il 1° Settembre<br />

era stata programmata una manifestazione contro le ondate migratorie<br />

degli albanesi, ma allo stesso tempo c’era anche chi manifestava contro la<br />

mancata accoglienza degli immigrati.<br />

Erano quattordici anni che non si erano nemmeno più sentiti, dal 1983, ma si<br />

sarebbero rivisti per un ultima volta proprio in quella maledetta manifestazione.<br />

Michele era schierato nel corteo di chi non voleva un’altra ondata migratoria<br />

mentre Giacomo era dalla parte opposta. Le forze <strong>del</strong>l’ordine pullulavano e<br />

la polizia era pronta a caricare in caso di disordine. Il corteo dov’era Michele<br />

avanzò rapidamente contro quello di Giacomo e la rissa si faceva inevitabile.<br />

<strong>La</strong> polizia cercava di disperdere la folla lanciando fumogeni e usando proiettili<br />

di gomma ma era inutile. Michele cercava di fuggire ma si trovò circondato<br />

da quelli <strong>del</strong> corteo opposto che lo bloccavano. Anche Giacomo aveva paura<br />

ma era risoluto, non voleva mollare e il massacro si faceva sempre più grande.<br />

D’un tratto, tra le botte e i feriti, si incrociarono i loro sguardi e non si sa come,<br />

si riconobbero all’istante. Ma fu un attimo prima che Michele fu colpito al<br />

petto da un proiettile di pistola sparato da un manifestante. Giacomo gridò il<br />

nome <strong>del</strong>l’amico con tutte le sue forze e gli si avvicinò dicendo:”Michele! Rispondi<br />

Michele! Sono io, Giacomo, non mi riconosci? Alzati! Si sistemerà<br />

tutto! Ti porterò all’ospedale, riuscirai a salvarti, alzati!” ma era tutto inutile.<br />

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…nessuno è normale

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