Raccolta opere del concorso - La scuola possibile
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DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA<br />
ANDREA SORRENTINO<br />
Liceo Classico “Luciano Manara”, Roma<br />
Io vengo per condurvi all’altra riva<br />
Era sera, avevamo da poco finito di mangiare, mia moglie ed io stavamo per<br />
sistemare le nostre stoviglie di legno, un ricordo di mio nonno, i miei ragazzi<br />
stavano per andare a letto, quando incominciarono a fischiare sulla nostra<br />
testa le prime pallottole.<br />
Anche se il cielo era sereno, si videro i primi lampi, erano le bombe che cadevano<br />
vicino a casa nostra.<br />
Si sentivano le raffiche di mitra prima lontane poi sempre più vicine, troppo.<br />
Nei giorni precedenti c’erano stati tafferugli, ma niente di particolare rilevanza,<br />
quella sera invece si toccò il fondo.<br />
Anche se cercavo di rimanere lucido, la paura e l’ansia crescevano, sentii<br />
un nodo alla gola e il battito accelerato, che fare? Decisi, come padre, di<br />
svegliare i ragazzi velocemente, cercando però di non far trapelare la mia<br />
paura.<br />
Uscimmo lasciando tutto quello che avevamo, frutto di una fatica durata una<br />
vita. Alcune cose ce l’avevano regalate i Belgi per il lavoro, forse infame dei<br />
nostri antenati, che fecero le spie per il governo belga. Io invece ero diventato<br />
da poco un diplomatico.<br />
Appena usciti vedemmo madri che piangevano la morte dei figli e altri figli,<br />
rimasti vivi per miracolo, straziati dal dolore <strong>del</strong>la perdita dei genitori.<br />
Era aprile <strong>del</strong> 1994, il nostro presidente era morto e il genocidio dei Tutsi era<br />
purtroppo incominciato. Gli stessi colonizzatori belgi, che ci avevano appoggiato,<br />
ci avevano abbandonato nei nostri problemi senza interessarsi più<br />
di noi, perché non servivamo più.<br />
Mi ricordo che quella sera tutti cercavano di fuggire da ogni parte, non si capiva<br />
più niente, tutti avevano perso il lume <strong>del</strong>la ragione ed erano in preda al<br />
<strong>del</strong>irio. Gli Hutu erano sempre più vicini, forse troppo.<br />
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…nessuno è normale