Raccolta opere del concorso - La scuola possibile
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Visto da vicino…<br />
raccont Abile<br />
senza di ciò che siamo, e il sapore di ciò che beviamo: non il suo nome. Ad<br />
ogni modo, dovevo finire la mia presentazione, o no?<br />
Beh, forse avrete capito che sono uno dei cosiddetti malati di mente. Almeno<br />
credo. Ma non sono uno qualsiasi. Almeno credo. Però potrei esserlo e credere<br />
di non esserlo perché, essendo un malato mentale, potrei avere manie di<br />
protagonismo. Il mio compagno Rob. O Bob. O Steven. Ah, che importa? Ricominciamo<br />
daccapo.<br />
Il mio compagno “Soggetto A-209S” è stato ucciso.<br />
Lo so bene perché sono pazzo, non stupido. E neanche lui lo era. È stato ammazzato<br />
perché non voleva ammettere che una fotografia rappresentava una<br />
farfalla. Lui sapeva benissimo cosa rappresentava, ma ha perso di vista il concetto<br />
di classificazione così tanto tempo fa, che credeva che quell’animale si<br />
chiamasse Alocefalozidone. Alla fine, può anche essere così. Voglio dire. Nessuno<br />
sa il nome <strong>del</strong>le cose. Lo hanno deciso i nostri antenati; ma se si fossero<br />
sbagliati?<br />
Ma adesso sto tornando a fare giri di parole. Chissà perché mi viene così naturale.<br />
Forse perché quando parlo nessuno mi ascolta, e tutti mi ordinano di<br />
tacere, dicendo che “vaneggio”. Poi mi mettono una mascherina e mi viene<br />
da dormire. Allora scrivo tutto ciò che non posso dire. So che è stupido; so<br />
che, una volta che mi sono reso conto di essermi dilungato troppo, potrei<br />
semplicemente cancellare qualcosa di quello che ho scritto, ma non lo faccio.<br />
Perché? Non perché voglio dire tutto ciò che voglio dire; non perché voglio<br />
tirarmi fuori tutto ciò che non mi lasciano dire a voce. Ma perché sono matto.<br />
So di essere un matto speciale, però. Almeno credo. Io, e tutti gli altri “Soggetti<br />
A-209”. Lo so perché su di noi testano dei farmaci strani. Alcuni muoiono<br />
quando gli viene somministrato il farmaco. Altri diventano ancora più<br />
matti. Altri “guariscono”. È così che LORO chiamano il processo di tornare<br />
alla non-pazzia: guarigione. Perché ho lasciato quello spazio tra “Alcuni” e<br />
“muoiono”? Perché sono un matto. Che poi che vuol dire “morire”? E “testosterone”?<br />
E “ippocastano”? Alle ultime due domande non so dare una risposta,<br />
ma non mi interessa farlo. Alla prima invece sì. So che il tuo corpo<br />
smette di muoversi. Ma allora? Cosa c’è di così brutto? D’altronde, a me non<br />
mi fanno muovere neanche adesso che sono “vivo”. Mi tengono legato qui,<br />
e posso scrivere perché sono un pazzo intelligente che ha scoperto come si fa<br />
a scrivere muovendo solo la mano e tenendo fermo il braccio.<br />
Ieri hanno somministrato il farmaco a me e a “Soggetto A-209S”. Lui non è<br />
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