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Raccolta opere del concorso - La scuola possibile

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Visto da vicino…<br />

raccont Abile<br />

Le persone si accalcavano le une sulle altre pur di trovare scampo da quella<br />

terribile strage. <strong>La</strong> disperazione e la paura serpeggiavano ovunque.<br />

Stavo correndo, come non avevo mai fatto in vita mia, senza sapere dove<br />

stavo andando. Alle mie spalle avevo la mia famiglia, il tempo di distrarmi per<br />

pochi secondi e, voltatomi in dietro, mi accorsi che non c’erano più i miei<br />

cari, tentai di cercarli rapidamente, ma fu un tentativo vano, si erano dissolti<br />

nel nulla, come se si fossero polverizzati. Fui preso da una forte agitazione e<br />

dal panico, ma ormai non potevo più tornare indietro, allora incominciai a<br />

piangere amare lacrime. In quel momento ero consapevole di aver perso<br />

tutto quello che avevo di realmente prezioso. Sapevo che la mia vita, se fossi<br />

sopravissuto, non sarebbe più stata la stessa.<br />

I ricordi si fanno sempre più confusi. Ad un certo punto vidi un camion e<br />

senza pensarci troppo mi nascosi dentro insieme ad altre persone, fuggite<br />

anche loro. Il camion condotto da tipi un po’ loschi partì immediatamente.<br />

Penso di non aver mai pregato tanto in vita mia come quella volta. Appena saliti<br />

subito ci chiesero di pagare una cifra esorbitante per quello che chiamavano<br />

il viaggio <strong>del</strong>la speranza, diedi il mio costoso orologio da polso l’unica cosa che<br />

mi era rimasta addosso casualmente insieme al mio passaporto diplomatico.<br />

Eravamo tutti stipati uno sull’altro, non esisteva più né dignità né privacy. Era<br />

la prima volta che toccavo con mano la miseria e la disperazione più profonda.<br />

Avevo accanto gente di ogni condizione sociale. Avevamo poca acqua e poco<br />

cibo, che non dovevamo sprecare a nessun costo, se volevamo sopravvivere.<br />

In questi casi nell’uomo emergono gli istinti più remoti, quelli che non pensava<br />

di avere, che lo fanno simile agli animali, quelli <strong>del</strong>la sopravvivenza.<br />

Dopo un paio di giorni trascorsi in camion, arrivammo nel deserto e lì incominciarono<br />

un po’ i guai per tutti. Ci fecero scendere dal camion, perché<br />

non poteva più proseguire, bisognava continuare a piedi sempre dritto in<br />

un’unica direzione, <strong>del</strong> gruppo che ci aveva accompagnato rimasero solo tre<br />

persone armate fino ai denti con armi da fuoco e da taglio, gli altri invece se<br />

ne andarono lasciandoci i viveri.<br />

Faceva molto caldo e la forte intensità <strong>del</strong> sole si alternava a violente tempeste<br />

di sabbia, che portavano via e ricoprivano ogni cosa, e a notti freddissime.<br />

Ogni notte trascorsa nel deserto non facevo altro che pensare alla mia famiglia,<br />

che non avevo più, la cercavo invano nelle stelle. Il tormento, che mi affliggeva,<br />

era sempre più forte, mi domandavo perché io ero scampato alla<br />

morte e loro no. In questi momenti bui cercavo di farmi forza per andare<br />

avanti e arrivare così nella terra promessa.<br />

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