Raccolta opere del concorso - La scuola possibile
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DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA<br />
SARA COSSU<br />
Liceo Scientifico Statale “Innocenzo XII”, Anzio - Roma<br />
Un’ adolescenza, fuori dal mondo<br />
Era ormai calato il sole, il tramonto sopraggiungeva sempre prima ultimamente,<br />
erano quelli i segni di un autunno che rapido stava volgendo al termine.<br />
Come ogni sera ero lì, seduto, quasi immobile. Il vento mi penetrava<br />
nella vene, tremavo. I miei occhi fissavano il vuoto, completamente attenti e<br />
sgranati su quel mondo così cru<strong>del</strong>e nel quale ero costretto a trascorrere<br />
quelli che avrebbero dovuto essere gli attimi indimenticabili <strong>del</strong>la mia vita.<br />
Mi chiamo Ajit e ho 14 anni. Vivo nelle baracche di Roma, nelle lontane periferie<br />
<strong>del</strong> quartiere. Purtroppo ho solo un vago e confuso ricordo che mi ritrae<br />
insieme alla mia mamma: una splendida creatura di cui tuttavia non<br />
ricordo minimamente le sembianze. Mi abbandonò quando avevo solo 4 anni<br />
e da quell’istante la mia vita mutò radicalmente e per sempre. Vivo con mio<br />
padre, Salaj. Sono ormai parecchi anni, forse troppi che non nutro più fiducia<br />
nei suoi confronti. E’ così cru<strong>del</strong>e, a tratti insensibile, disumano. A volte<br />
mi chiedo se le cose sarebbero differenti, migliori magari, se la mamma fosse<br />
ancora qui tra noi. Dopo la <strong>scuola</strong> Salaj mi costringe a seguirlo nelle fabbriche<br />
di vernice, in un quartiere isolato <strong>del</strong>la città. <strong>La</strong>voro, lavoro, quasi fino<br />
allo sfinimento. Ma non basta, mio padre è così esigente e a volte mi costringe<br />
a lavorare il doppio per ottenere qualche spicciolo in più, ma la situazione<br />
non muta da ormai troppi anni. Ed io non posso parlare, dire ciò che penso,<br />
fare ciò che amo. <strong>La</strong> situazione diventa pian piano sempre più insostenibile<br />
per un adolescente di soli 14 anni, forse cresciuto troppo in fretta.<br />
Malgrado ciò, mi ritengo fortunato per avere la possibilità di frequentare la<br />
<strong>scuola</strong>, vivere la quotidianità nei panni di un ragazzo normale. Ma purtroppo<br />
neanche in questo ambiente riesco a ricoprire le sembianze di un adolescente<br />
come tutti gli altri. Alcune volte vorrei gridare al mondo a alle persone,<br />
troppo ignoranti per comprendere la realtà in cui vivo, che non ho nulla di<br />
77<br />
…nessuno è normale