Raccolta opere del concorso - La scuola possibile
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DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA<br />
riuscito a dare il giusto nome alla farfalla. Io sono riuscito a fare una disequazione<br />
di quindicesimo grado. Hanno detto che sono meno pazzo di prima,<br />
ma non è vero. Sono solo meno stupido. Molto meno stupido. Forse sono<br />
anche meno pazzo, ma non è certo una disequazione a decidere se una persona<br />
è pazza o no. Come non lo è il nome di un animale. Dicono che questo<br />
farmaco ci renderà sani. Voi sapete cosa voglia dire? Io no. So di essere pazzo.<br />
So che LORO sono sani. Ma non riesco a immaginare un mondo diverso dal<br />
mio. Non riesco a capire come si possa non essere pazzi. Ed è per questo che<br />
rifiuto le classificazioni. Perché non capisco la differenza tra due cose. Non<br />
capisco la differenza tra caffè e tè, ad esempio. Se il caffè si chiamasse tè e il<br />
tè caffè, allora quale dei due saprebbe di caffè, e quale di tè? Questa è una<br />
domanda im<strong>possibile</strong>. Sapete perché? Perché la frase “quale saprebbe di tè<br />
e quale di caffè” può essere interpretata in due modi diversi, e io non so quale<br />
dei due volevo dire. Può dare per scontato che si stia nella dimensione in cui<br />
il tè è caffè e il caffè è tè, e in quel caso, il caffè saprebbe di caffè e il tè di tè.<br />
Mentre se la domanda viene formulata dalla dimensione in cui il caffè è quello<br />
marrone e il tè quello che si fa in bustine, allora vorrebbe dire che è cambiato<br />
solo il nome <strong>del</strong>le due cose, e non la sostanza, quindi quello che conoscete<br />
come caffè saprebbe di tè e quello che conoscete come tè saprebbe di<br />
caffè. Vedete? A fare classificazioni si va in confusione. O meglio. Si andrebbe<br />
in confusione se ci si facesse qualche semplice domanda, la cui risposta è im<strong>possibile</strong>.<br />
Ma le classificazioni, in fondo, sono una forma di lobotomia. Nessuno<br />
ragiona più con la propria testa da millenni: nessuno si fa domande. Se<br />
la gente ragionasse dall’inizio alla fine con la propria testa, probabilmente saremmo<br />
tutti “pazzi”, ed essere “pazzi” sarebbe la normalità, così come nella<br />
nostra dimensione la normalità è non essere “pazzi”. Perché non bere e basta?<br />
Appena uno inizia a farsi qualche domanda e qualche ragionamento come<br />
ho fatto io, il sistema <strong>del</strong>le classificazioni sballa, perché il discorso che ho<br />
fatto per separare i due significati di “quale saprebbe di tè e quale di caffè”<br />
andrebbe fatto ogni volta che nomino una <strong>del</strong>le due bibite. Ma proprio<br />
quando uno inizia a capire che c’è qualcosa di sbagliato, allora diventa pazzo.<br />
Probabilmente i pazzi sono semplicemente gli uomini abbastanza intelligenti<br />
da capire che il sistema <strong>del</strong>le classificazioni è stato creato da persone intelligenti,<br />
ad uso e consumo di persone stupide. Probabilmente “Soggetto A-<br />
209S” era così intelligente che il suo cervello non è stato manomesso da quel<br />
farmaco, mentre il mio sì. Beh, però forse sono riuscito a fare quella equa-<br />
51<br />
…nessuno è normale