Raccolta opere del concorso - La scuola possibile
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Visto da vicino…<br />
raccont Abile<br />
diverso, sono uguale a loro. Se è l’abbigliamento forse troppo inconsueto o<br />
bizzarro, o per gli atteggiamenti e le tradizioni alle quali sono inevitabilmente<br />
legato, che mi rendono diverso dal gruppo allora, ahimè, sarò per sempre<br />
condannato a vivere in un mondo parallelo a quello in cui vive la gente comune.<br />
Non riuscirò mai a integrarmi a un punto tale da non essere più additato<br />
per quello strano, o per colui che non è degno di vivere in una casa calda<br />
ed accogliente.<br />
Spesso la notte non riesco a dormire, per l’insopportabile freddo. Chiudo gli<br />
occhi e immagino una vita diversa. Una migliore, sicuramente. Sarei voluto<br />
nascere qui e senza essere allontanato perché di un altro paese, avrei voluto<br />
vivere di sogni. Adesso non tempo per sognare, per inseguire le mie passioni<br />
e ciò che amo di più fare. Ma mi sono ripromesso che un giorno, pur lontano<br />
che sia, arriverà il momento in cui riuscirò io stesso ad abbattere quelle barriere<br />
che ancora oggi, nel 2010, si creano per la razza o il sesso… Riuscirò così<br />
a cancellare i pregiudizi che da sempre sono stati i protagonisti di storie come<br />
la mia.<br />
E tra un pensiero e l’altro è già sopraggiunta l’alba. Quel fresco venticello<br />
mattutino, quasi piacevole, accarezza la mia pelle e pronto per un nuovo<br />
giorno mi incammino per il sentiero che mi conduce a <strong>scuola</strong>. Sono seduto<br />
sul muretto, in disparte, sfilo un foglio dalla vecchia cartella colma di toppe<br />
e inizio a fare qualche schizzo. Disegno di tutto, qualsiasi cosa vedo, che i<br />
miei occhi, colmi di dolore, percepiscono in questo mondo che sembra quasi<br />
fregarsene di me. Sento suonare la campana <strong>del</strong>l’entrata. Le mie orecchie<br />
sono ormai abituate a udire i discorsi <strong>del</strong>la gente, quei discorsi dei quali mi<br />
sembra essere sempre il protagonista e chissà come mai, tra una parola e l’altra,<br />
scappa qualche fragorosa risatina.<br />
Per me è divenuto quasi un divertimento constatare di essere sempre l’argomento<br />
centrale <strong>del</strong>le loro banali discussioni. Poi incredulo mi accorgo, però,<br />
di rimanere sempre in disparte; questa è la mia realta: isolato da tutti, soprattutto<br />
quando avrei invece bisogno <strong>del</strong>la spalla di un vero amico. Ed è in<br />
questi momenti che qualche lacrima scende, inevitabilmente, rigandomi il<br />
volto.<br />
Le lezioni sono finalmente terminate. Voglio raggiungere le baracche più in<br />
fretta <strong>possibile</strong>, scappare da quelle assordanti voci che mi deridono e mi rendono<br />
sempre più distante. Ma oggi faccio quasi fatica a camminare, forse per<br />
i tremendi sforzi di ieri, cammino non riuscendo neanche a guardare negli<br />
occhi chi mi circonda. Ad un tratto è come se avessi di colpo perso i sensi.<br />
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