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Raccolta opere del concorso - La scuola possibile

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DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA<br />

Riapro gli occhi, riesco tuttavia a udire le risa, questa volta terribilmente<br />

odiose. Il tempo di comprendere il perché mi ritrovassi all’improvviso disteso<br />

a terra con le ginocchia livide, mi rialzo immediatamente e con un fare<br />

incerto, imbarazzato e timoroso e mi faccio spazio tra la folla. Mi lancio in una<br />

rapida corsa verso casa mentre le lacrime muoiono lente tra le mie labbra.<br />

Raggiungo finalmente la periferia, intravedo in lontananza un’ insolita luce.<br />

Qualche passo in più e quella strana luce mi fa all’improvviso sobbalzare. Le<br />

baracche stanno bruciando. Il tutto è avvolto dalle alte fiamme, sconvolto<br />

raggiungo i campi nomadi ed inizio ad urlare il nome di mio padre. Malgrado<br />

non scorra buon sangue tra noi non voglio perderlo per nessuna ragione al<br />

mondo, non voglio perdere anche lui. Nei campi la gente è radunata tutt’intorno<br />

a un qualcosa a me ancora sconosciuto, tuttavia mi faccio spazio tra la<br />

folla. Riconosco una figura a me familiare distesa a terra, priva di sensi, ricoperta<br />

da una patina di fumo nerissima. E’ proprio lui. Mi butto sul suo corpo<br />

quasi per forzarlo a rialzarsi ma mi accorgo che non reagisce, non dà più<br />

alcun segno di vita. Mi sento in un secondo cadere il mondo addosso. Mi<br />

aveva abbandonato anche lui e non potevo fare altro che essere in collera con<br />

il mondo per avermi tolto la famiglia e per non essere riuscito mai a farmi<br />

considerare dalla gente uno di loro, solo più sfortunato, per qualche scherzo<br />

<strong>del</strong> destino. Rimango fermo, immobile, fin quando non mi accorgo che l’ora<br />

per andare a lavorare è ormai trascorsa da tempo. Di colpo capisco che non<br />

posso lasciare che quella serie di avvenimenti indubbiamente tragici mi demoralizzino<br />

così, senza reagire. Devo continuare quella vita che a soli 14 anni<br />

mi ha tolto tutto ma che comunque sono ancora in tempo di trasformare, in<br />

una decisamente migliore.<br />

E così questa sera lavoro fino a ritornare completamente privo di forze all’accampamento<br />

<strong>del</strong>le baracche, verso sera inoltrata. Non solo non sono preso<br />

in considerazione da nessuno nell’ambiente in cui vivo ma adesso l’unica persona<br />

alla quale ero legato se n’è andata, così, senza avvertire. Questa notte<br />

non posso fare a meno di disperarmi, mentre immagino un’esistenza degna<br />

di essere vissuta.<br />

L’aurora è spuntata più rapidamente oggi. Ma non voglio affrontare nuovamente<br />

quei volti nei quali si legge solo rabbia nei miei confronti. Solo con i<br />

miei pensieri, come ogni mattina raggiungo la <strong>scuola</strong>. Mi siedo sul ciglio <strong>del</strong>la<br />

strada e come di consueto mi metto a disegnare. Questa volta negli occhi<br />

<strong>del</strong>la gente si legge una sottile compassione insieme alla pena e al disprezzo.<br />

Probabilmente la voce <strong>del</strong>la morte di mio padre è giunta rapida alle attente<br />

79<br />

…nessuno è normale

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