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Raccolta opere del concorso - La scuola possibile

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Visto da vicino…<br />

raccont Abile<br />

braccialetto di filo colorato e l’esonero dei compiti per il week-end. Ma non<br />

a tutti: solo agli alunni che hanno fatto la Prima Comunione. Alla richieste di<br />

spiegazione da parte <strong>del</strong>la mamma di una bambina tornata a casa piangendo<br />

per non aver ricevuto alcun regalo a differenza dei suoi compagni, i dirigenti<br />

hanno risposto che “a queste cose i bambini si devono abituare e che gli altri<br />

hanno ricevuto il premio perché hanno accolto Gesù nel loro cuore”.<br />

Ma a cosa esattamente si devono abituare? Ad essere discriminati? Ad accettare<br />

passivamente tutte le ingiustizie? E’ questo il messaggio che vogliono<br />

far arrivare a quei bambini?<br />

Di solito gli adulti sono propensi a credere di essere gli unici a venire discriminati,<br />

quando invece è evidente che anche bambini e ragazzi possono esserlo,<br />

perfino in ambito come quello scolastico.<br />

Un altro esempio di discriminazione nella <strong>scuola</strong> è quanto è accaduto all’Istituto<br />

professionale “Flora” di Pordenone, che ha organizzato <strong>del</strong>le gite<br />

scolastiche differenziate sulla base <strong>del</strong>la disponibilità economico <strong>del</strong>le famiglie<br />

dei propri studenti.<br />

E purtroppo ci sarebbero ancora tanti e tanti esempi da fare; la lista <strong>del</strong>le discriminazioni,<br />

anche solo in Italia, è pressoché illimitata.<br />

Questo accade perché molte persone continuano a fare distinzioni tra “i normali”<br />

e “i diversi”. Ma cosa si intende con diversità? E, più nello specifico,<br />

chi è “il diverso”?<br />

Alcune persone identificano il diverso con chi ha la pelle di un colore differente,<br />

oppure con chi professa un’altra religione, o ancora con chi ha preferenze<br />

sessuali diverse. Ovviamente tutto ciò non solo è molto superficiale ma<br />

è anche riduttivo. Riduttivo nel senso che, al di là <strong>del</strong>le apparente, ci sono infinite<br />

ragioni per cui una persone è diversa dall’altra: gusti, carattere, orientamento<br />

politico, opinioni riguardo un determinato argomento...<br />

In base a questo possiamo affermare che pur essendo tutti uguali, poiché tutti<br />

dobbiamo avere gli stessi diritti e gli stessi doveri, in realtà siamo tutti diversi.<br />

Tutto questo discorso è una citazione di Italo Calvino: “L’inferno dei viventi<br />

non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo<br />

tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.<br />

Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino<br />

al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento<br />

continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno,<br />

non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.<br />

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